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giovedì 12 febbraio 2009

scegliere la mia morte (compatibilmente con ciò che ha deciso il Padreterno)

mi piacerebbe finire come il suonatore jones - finii con i campi alle ortiche, finii con un flauto spezzato, e un ridere rauco e ricordi tanti, e nemmeno un rimpianto -
ma naturalmente no, non posso decidere come e quando morirò. non sarebbe neanche bello, in verità, perchè non ci sarebbe piu' sorpresa e senza sorprese già la vita sarebbe intollerabile, figuriamoci la morte.
non posso decidere se morire oggi stesso o tra cinque, venticinque, trent'anni. se morire di un colpo, di lunga malattia, in un letto d'ospedale, in riva al mare, passeggiando tra i boschi o per le vie di ny.
però su alcune cose VOGLIO decidere io, giacchè, tu guarda te, è di me che sto parlando, non della casalinga di voghera o dell'abitante la casa del grande fratello.
e allora chiariamo le idee ad eventuali capi del governo che vorrebbero decidere la mia morte (oltre che la mia vita...ah però, quel tot di delirio di onnipotenza...) o a folle di credenti che magari, in perfetta buona fede, si piazzerebbero davanti alla clinica coi ceri, un tozzo di pane e qualche litrata di acqua.
1- se mi capita un incidente, o mi viene un ictus o comunque precipito in coma irreversibile o in una situazione in cui non potrò tornare indietro, nel senso di non poter piu' fare almeno alcune delle cose che mi rendono bella la vita (leggere, vedere film, viaggiare, riflettere, divertirmi con mio figlio e con i miei amici, giocare col mio cane, fare l'amore, scrivere, indignarmi, ridere, RIDERE del mondo e di me stessa, dare una mano a qualcun altro, passeggiare, cantare, andare ai concerti, ascoltare la musica, ballare, e tante, tante altre cose ancora) no, non voglio vivere piu'. non nell'incoscienza, non in un altro posto, non come peso per coloro che mi vogliono bene (umberto eco, la repubblica 12/2/2009 "perchè ho il diritto di scegliere la mia morte") non come un corpo abbandonato che non può decidere per sè. non come cervello offuscato con funzioni ancora vitali. se non posso piu' fare le cose sopradescritte (o almeno un bel po' di quelle cose...) no.
staccate la spina, togliete l'ossigeno, levate l'alimentazione, fate quello che vi pare, ma lasciatemi andare.
2- gradirei non soffrire, o almeno non tanto. non sono di quelli, infatti, che pensano che le sofferenze siano regali del Signore. no, non la penso così. sono ancora convinta che il Signore voglia farci stare bene perchè ci ama. pure così stupidi e incoerenti e cattivi e indifferenti, egoisti e crudeli come talvolta siamo. perciò, per cortesia, imbottitemi di antidolorifici e amen.
3- voglio che siano donati i miei organi. quantomeno quelli ancora in buono stato (e qui mi fido del giudizio dei medici, hanno studiato, lo sapranno cosa vale la pena trapiantare e cosa buttare)
4- e poi voglio un funerale allegro, dove si mangia, si ride, si ascolta la MIA musica (mio figlio farà a meno, per una volta, della sua...), si chiacchiera e si pensa a me come ad una persona che ha cercato in vita leggerezza e gioiosità.
tutte queste cose mio figlio e i miei amici già le sanno. però, co sti chiari di luna, meglio metterle per iscritto e firmarle e controfirmarle.
 
lasciatemi andare dove spero di andare. dai miei zii, tanto amati e ammirati. dai miei cani, Tip, Asia, Stella, che mi sono corse a fianco per alcune parti della strada, da tanti altri a cui ho voluto bene e che spero di rivedere.