mi
piacerebbe finire come il suonatore jones - finii con i campi alle ortiche,
finii con un flauto spezzato, e un ridere rauco e ricordi tanti, e nemmeno un
rimpianto -
ma
naturalmente no, non posso decidere come e quando morirò. non sarebbe neanche
bello, in verità, perchè non ci sarebbe piu' sorpresa e senza sorprese già la
vita sarebbe intollerabile, figuriamoci la morte.
non
posso decidere se morire oggi stesso o tra cinque, venticinque, trent'anni. se
morire di un colpo, di lunga malattia, in un letto d'ospedale, in riva al mare,
passeggiando tra i boschi o per le vie di ny.
però
su alcune cose VOGLIO decidere io, giacchè, tu guarda te, è di me che sto
parlando, non della casalinga di voghera o dell'abitante la casa del grande
fratello.
e
allora chiariamo le idee ad eventuali capi del governo che vorrebbero decidere
la mia morte (oltre che la mia vita...ah però, quel tot di delirio di
onnipotenza...) o a folle di credenti che magari, in perfetta buona fede, si
piazzerebbero davanti alla clinica coi ceri, un tozzo di pane e qualche litrata
di acqua.
1-
se mi capita un incidente, o mi viene un ictus o comunque precipito in coma
irreversibile o in una situazione in cui non potrò tornare indietro, nel senso
di non poter piu' fare almeno alcune delle cose che mi rendono bella la vita (leggere, vedere
film, viaggiare, riflettere, divertirmi con mio figlio e con i miei amici,
giocare col mio cane, fare l'amore, scrivere, indignarmi, ridere, RIDERE del
mondo e di me stessa, dare una mano a qualcun altro, passeggiare, cantare,
andare ai concerti, ascoltare la musica, ballare, e tante, tante altre cose
ancora) no, non voglio vivere piu'. non nell'incoscienza, non in un altro
posto, non come peso per coloro che mi vogliono bene (umberto eco, la
repubblica 12/2/2009 "perchè ho il diritto di scegliere la mia
morte") non come un corpo abbandonato che non può decidere per sè. non
come cervello offuscato con funzioni ancora vitali. se non posso piu' fare le
cose sopradescritte (o almeno un bel po' di quelle cose...) no.
staccate
la spina, togliete l'ossigeno, levate l'alimentazione, fate quello che vi pare,
ma lasciatemi andare.
2-
gradirei non soffrire, o almeno non tanto. non sono di quelli, infatti, che
pensano che le sofferenze siano regali del Signore. no, non la penso così. sono
ancora convinta che il Signore voglia farci stare bene perchè ci ama. pure così
stupidi e incoerenti e cattivi e indifferenti, egoisti e crudeli come talvolta
siamo. perciò, per cortesia, imbottitemi di antidolorifici e amen.
3-
voglio che siano donati i miei organi. quantomeno quelli ancora in buono stato
(e qui mi fido del giudizio dei medici, hanno studiato, lo sapranno cosa vale
la pena trapiantare e cosa buttare)
4-
e poi voglio un funerale allegro, dove si mangia, si ride, si ascolta la MIA
musica (mio figlio farà a meno, per una volta, della sua...), si chiacchiera e
si pensa a me come ad una persona che ha cercato in vita leggerezza e
gioiosità.
tutte
queste cose mio figlio e i miei amici già le sanno. però, co sti chiari di
luna, meglio metterle per iscritto e firmarle e controfirmarle.
lasciatemi
andare dove spero di andare. dai miei zii, tanto
amati e ammirati. dai miei cani, Tip, Asia, Stella, che mi sono corse a fianco
per alcune parti della strada, da tanti altri a cui ho voluto bene e che spero
di rivedere.