che poi, normalmente, nello scorrere più o meno frenetico dei giorni, lo scorrere del nostro fiume passa per solito inosservato. ce lo sappiamo che c'abbiamo un fiume, ci piace sapere che c'è ma lui se ne sta lì, buono buono, locco locco, nascosto da argini mastodontici e inzomma apparte un manipolo di coraggiosi che corrono tra na pantegana e l'altra, noartri perlopiù ce lo scordiamo, il nostro Tevere.
finchè non capita la piena. e allora, eccotelo tiè, imponente e prorompente, si sente il rumore dell'acqua, si vede vorticare la corrente e veloci veloci scorrono tronchi, copertoni, monnezza varia, barchette alla deriva (du cervi, noooo, tre cervi!). i barconi ormeggiati vicino alle banchine se li ritrovamo coi tiranti che pare di sentirli che si incitano tra di loro "resistere, resistere, resistere!".
e tutti noi, che transitiamo per solito immersi nei nostri pensieri, i figli, la fidanzata, il mutuo, i compiti del giorno dopo, ecco che ci ritroviamo tutti sui ponti, a guardarcelo con occhio amorevole, il nostro Tevere.
qualcuno magari può pure chiamà l'esercito, e la protezione civile, ma noi, noi ci fidiamo e ne siamo anche un po' orgogliosi, alla fin fine...