Elenco blog personale
mercoledì 30 giugno 2010
lunedì 28 giugno 2010
dublino-belfast istantanee
il cielo di dublino, così limpido e chiaro anche quando l'orologio ti dice che è notte;
il liffey, le sue panchine, i suoi ponti, mezzo penny, calatrava, i docks, le acque sporche su cui galleggiano impropabili cigni;
grafton street, ah, grafton street è once, e grafton street sono i suoi artisti di strada, violini e violoncelli che suonano "o mio babbino caro" camera con vista ancora un film, grafton street sono mattine di sole e luce gloriosa;
st. stephen's green, l'esagerato verde dei prati, mamma volpe coi suoi cuccioli, impiegati a piedi scalzi che pranzano nell'erba e il busto di james;
temple bar, elephant & castle (remember ny?), murder by chocolate sissì! voglio morire accisa con il sapore della mousse nel palato, la guinness, ambè, la guinness, che va giù che è na bellezza, pub, pub in ogni angolo, in ogni cantone;
il mio posticino della prima colazione, sole in faccia, uovo, bacon, caffè e pane tostato, sono sola e la vita sembra tuttosommato granbella;
bimborilli irlandesi, di una pancottaggine e bellezza sconcertante;
file, file, file. file sotto al sole, file sotto le nuvole, file barbonesche su selciati lerci, l'ultima maglia pulita, (ma puzzo?? oddio, forse puzzo...), male ai piedi, male alle gambe, male alla schiena, male alla testa, mò me ne vado che io sò anziana e gna posso fare, 5 minuti e me ne vado, 1 minuto e me ne vado, ma si entra, toh, tuguardatè, in transenna c'è un posto libero, tra una greca e uno spagnolo, entrambi piccini e apparentemente fragili, si, io mi fermo qui (cit.), e quanto mi toccherà aspettare? no, gna faccio, già ciò il piscione psicologico che incombe, e ciò fame e naturalmente sete ma bere no, non posso, mò me ne vado che sò ridicola alla mia età a fà sta robba da ggiovani, mò me ne vado che troppo tempo di attesa e gli spingitori di spingitori me mi mettono ansia, mò me ne vado e mi rilasso, ma poi quando me ricapita na cosa del genere?? resto.
gli occhi di eddie, gli sputi di eddie, il viso sciupato di stone (invecchia anche lui?? non è giusto, non è possibile), nuova canzone, spinte, spinte, spinte ma io mi reggo al presente, hic et nunc, come fosse una transenna (nella fattispecie E' una transenna) e reggo. non mi guardo dietro (ma la virago tedesca il cui braccio è largo quanto na mia coscia e il cui ventre piantato sulle mie spalle forse mi fa da airbag, quella la vedo e fa paura). mi reggo al presente, nothingman, joe strummer, evolution, 2 persone che vorrei vicino a me in questo momento e che cerco di rendere partecipi, caccia il cell dalla borsa senza mollare la postazione di un centimetro, contorciti, indovina i numeri con gli occhiali da lontano, nuova canzone, non capisco niente, solo che c'è musica e sono viva.
belfast è cielo grigio e mattoni rossi, e poi file, ancora file. si litiga, in fila, è un grande classico e serve a dare una scansione con un po' di movimento al tempo, si litiga e si chiacchiera. nel complesso ci si fanno dupalle tante, in fila. questa è belfast, chi lo direbbe? per queste strade sono morte tante persone, siamo a belfast, alla odyssey arena.
mixer (non la sfido la sorte per la seconda volta, non ci penso proprio), musica, musica, e potrei essere ovunque ma non vorrei essere altrove.
belfast è la pizza margherita, sono giovani visi trasfigurati dalla gioia tutt'intorno a me. provo una grande tenerezza nell'osservarli e sento addosso tutti i miei anni ma anche chissene, in fondo in fondo.
ci si vede al festivallo tagliano, quello a cui non avrei partecipato mai e poi mai, perchè, come ben dice n'amico mio, la coerenza è un valore assoluto.
il liffey, le sue panchine, i suoi ponti, mezzo penny, calatrava, i docks, le acque sporche su cui galleggiano impropabili cigni;
grafton street, ah, grafton street è once, e grafton street sono i suoi artisti di strada, violini e violoncelli che suonano "o mio babbino caro" camera con vista ancora un film, grafton street sono mattine di sole e luce gloriosa;
st. stephen's green, l'esagerato verde dei prati, mamma volpe coi suoi cuccioli, impiegati a piedi scalzi che pranzano nell'erba e il busto di james;
temple bar, elephant & castle (remember ny?), murder by chocolate sissì! voglio morire accisa con il sapore della mousse nel palato, la guinness, ambè, la guinness, che va giù che è na bellezza, pub, pub in ogni angolo, in ogni cantone;
il mio posticino della prima colazione, sole in faccia, uovo, bacon, caffè e pane tostato, sono sola e la vita sembra tuttosommato granbella;
bimborilli irlandesi, di una pancottaggine e bellezza sconcertante;
file, file, file. file sotto al sole, file sotto le nuvole, file barbonesche su selciati lerci, l'ultima maglia pulita, (ma puzzo?? oddio, forse puzzo...), male ai piedi, male alle gambe, male alla schiena, male alla testa, mò me ne vado che io sò anziana e gna posso fare, 5 minuti e me ne vado, 1 minuto e me ne vado, ma si entra, toh, tuguardatè, in transenna c'è un posto libero, tra una greca e uno spagnolo, entrambi piccini e apparentemente fragili, si, io mi fermo qui (cit.), e quanto mi toccherà aspettare? no, gna faccio, già ciò il piscione psicologico che incombe, e ciò fame e naturalmente sete ma bere no, non posso, mò me ne vado che sò ridicola alla mia età a fà sta robba da ggiovani, mò me ne vado che troppo tempo di attesa e gli spingitori di spingitori me mi mettono ansia, mò me ne vado e mi rilasso, ma poi quando me ricapita na cosa del genere?? resto.
gli occhi di eddie, gli sputi di eddie, il viso sciupato di stone (invecchia anche lui?? non è giusto, non è possibile), nuova canzone, spinte, spinte, spinte ma io mi reggo al presente, hic et nunc, come fosse una transenna (nella fattispecie E' una transenna) e reggo. non mi guardo dietro (ma la virago tedesca il cui braccio è largo quanto na mia coscia e il cui ventre piantato sulle mie spalle forse mi fa da airbag, quella la vedo e fa paura). mi reggo al presente, nothingman, joe strummer, evolution, 2 persone che vorrei vicino a me in questo momento e che cerco di rendere partecipi, caccia il cell dalla borsa senza mollare la postazione di un centimetro, contorciti, indovina i numeri con gli occhiali da lontano, nuova canzone, non capisco niente, solo che c'è musica e sono viva.
belfast è cielo grigio e mattoni rossi, e poi file, ancora file. si litiga, in fila, è un grande classico e serve a dare una scansione con un po' di movimento al tempo, si litiga e si chiacchiera. nel complesso ci si fanno dupalle tante, in fila. questa è belfast, chi lo direbbe? per queste strade sono morte tante persone, siamo a belfast, alla odyssey arena.
mixer (non la sfido la sorte per la seconda volta, non ci penso proprio), musica, musica, e potrei essere ovunque ma non vorrei essere altrove.
belfast è la pizza margherita, sono giovani visi trasfigurati dalla gioia tutt'intorno a me. provo una grande tenerezza nell'osservarli e sento addosso tutti i miei anni ma anche chissene, in fondo in fondo.
ci si vede al festivallo tagliano, quello a cui non avrei partecipato mai e poi mai, perchè, come ben dice n'amico mio, la coerenza è un valore assoluto.
Etichette:
VIAGGI=CONCERTI
domenica 27 giugno 2010
sabato 26 giugno 2010
venerdì 18 giugno 2010
mercoledì 16 giugno 2010
fake empire
Turn the light out say goodnight
no thinking for a little while
lets not try to figure out everything at once
It’s hard to keep track of you falling through the sky
we’re half-awake in a fake empire
lunedì 14 giugno 2010
domenica 13 giugno 2010
giovedì 10 giugno 2010
venerdì 4 giugno 2010
martedì 1 giugno 2010
i miei preferiti
- il concerto - Radu Mihaileanu
- mine vaganti - Ferzan Ozpetek
- la prima cosa bella - Paolo Virzì
- lo spazio bianco - Francesca Comencini
- l'uomo che verrà - Giorgio Diritti
Etichette:
I MIEI FILM DELL'ANNO
Iscriviti a:
Post (Atom)