"...avanziamo incespicando, portiamo un po' di rumore nel silenzio, troviamo in altri di che andare avanti.
è quasi abbastanza.
il mondo gira. sotto i nostri passi incerti.
è quanto basta.
il mondo, che gira. "
BUON ANNO.
Elenco blog personale
venerdì 31 dicembre 2010
mercoledì 29 dicembre 2010
lunedì 27 dicembre 2010
sabato 25 dicembre 2010
MERRY CHRISTMAS!!!
"caro George, ricorda che nella vita nessun uomo è un fallito se ha degli amici. Con affetto, Clarence"
tante campanelle tintinnanti e tanti angeli finalmente con le ali!
tante campanelle tintinnanti e tanti angeli finalmente con le ali!
giovedì 23 dicembre 2010
i wish i was the clouds...
Vorrei
essere la voce di eddie, che scava nella profondità delle emozioni e le
riporta alla luce, liberate dalle macerie dei terremoti, dalla neve
delle valanghe, dai detriti degli uragani, miracolosamente intatte.
Vorrei essere la chitarra di mike, ispirata e magica.
Vorrei essere l'armonica di bruce, che piange, ride e consola.
Vorrei essere la chitarra di mike, ispirata e magica.
Vorrei essere l'armonica di bruce, che piange, ride e consola.
Vorrei
essere un gatto di largo argentina, che quando piove si nasconde tra le
rovine e guarda il mondo impazzirgli tutt’intorno, coi suoi saggi occhi
gialli. Che serba con la memoria dei suoi antenati il ricordo della
voce di nannarella, il suo richiamo in una qualche dolce notte romana.
A
christmas tree, i wish i was, the star that went on top…ma non un
albero qualsiasi, non una stella qualsiasi. Quest’anno vorrei essere
l’albero di piazza Venezia, un po’
vanaglorioso e tutto illuminato, con le gocce blu che scendono come
lacrime di ghiacchio.
Vorrei
essere il sasso caldo che viene poggiato su un corpo durante un
massaggio e tutto ciò che fa nella sua vita di pietra è dare benessere.
Vorrei essere un cucciolo di cane, scoordinato, confusionario, giocherellone, scodinzolante e allegro, alla scoperta della vita.
Vorrei essere un grande albero, dare ombra, dare rifugio, stormire nel vento, respirare.
Vorrei essere una peonia rosa, un po’ vergognosa, fragile e insopportabilmente bella.
Vorrei essere il tempio di castore e polluce, al foro romano, e aver visto tutto ciò che ha visto lui.
Vorrei essere accogliente e riposante come una vecchia, comoda poltrona.
Una rondine, vorrei essere, e gridare la promessa della primavera.Vorrei essere accogliente e riposante come una vecchia, comoda poltrona.
Vorrei essere un'onda dell'oceano, per non fermarmi mai, per accogliere surfisti felici e velisti gentili, per regalare conchiglie alla spiaggia e alghe alla sabbia.
Vorrei essere placida come un'alba di giugno.
Vorrei essere il cielo stellato in una nera notte di montagna.
Vorrei essere un concerto rock che distribuisce energia crepitante e benefica tachicardia, che azzera il dolore e moltiplica la gioia.
Vorrei che papà distinguesse, tra le tante, le luci di Natale della nostra casa.
Vorrei essere buona.
Etichette:
SPROLOQUI IN LIBERTA'
mercoledì 22 dicembre 2010
martedì 21 dicembre 2010
domenica 19 dicembre 2010
venerdì 17 dicembre 2010
amigdala
La donna che accarezza le tarantole non è capace
di avere paura. Vive una vita di disumana serenità, danzando leggera fra
i terrori reali o immaginari che fanno di noi quello che siamo,
creature di emozioni. Di lei conosciamo soltanto le iniziali, "SM",
perché è stata usata come cavia da un'università, dove abita, nel
rustico vuoto dello Iowa, e la ragione per la quale non conosce paura. È
l'assenza dell'amigdala, il piccolo corpo nervoso a forma di mandorla,
appunto "amigdala" in greco, che dal profondo del nostro cervello
controlla le azioni e le reazioni, i sentimenti e le emozioni che
chiamiamo paura.
È noto da tempo che in quel piccolo organo sta il segreto della condizione umana, la sentinella della nostra sopravvivenza, la condanna delle nostre notti, la molla dei nostri comportamenti. Menomazioni, patologie, difetti della amigdala cambiano radicalmente il rapporto con il mondo esterno, possono impedire di riconoscere, nelle situazioni, nei gesti, addirittura nello sguardo degli altri quei segnali sottili che fanno scattare il meccanismo del "fuggi o lotta", presente in tutti gli animali superiori. Ma la Signora Esseemme, studiata per mesi dalla Università dello Iowa, è completamente priva di ogni riflesso di paura. Non dice, come il bambino eroe del film di Salvatores "Io non ho paura". Non vince, come il soldato magari impregnato di grappa, di rum, di esaltazione patriottica o religiosa che si lancia oltre il parapetto della trincea, il terrore della morte.
La paura è un lusso che le è impedito.
L'hanno accompagnata nei luoghi canonici delle più ovvie fobie umane e specialmente femminili, in laboratori brulicanti di enormi ragni e di serpi, creature delle quali aveva detto di avere orrore. Ma quando si è trovata fra di loro, ha serenamente carezzato il dorso peloso di enormi tarantole e la pelle secca a fredda di serpi, sperabilmente non velenose. Né passeggiate solitarie fra cimiteri di notte, visioni di film specialmente ripugnanti o conversazioni nelle carceri con stupratori seriali e killer ben lieti di raccontare ogni raccapricciante dettaglio delle loro imprese hanno provocato alcuna reazione di paura registrata dai sensori che i ricercatori le avevano applicato per registrare le classiche risposte fisiologiche dell'ansia. La mancanza dell'amigdala la rende semplicemente incapace di avere paura, come un daltonico totale è incapace di vedere i colori.
A che serva lo studio di questa sfortunata, o fortunatissima signora che non teme neppure la morte, lo spiegano i ricercatori della scuola di neurologia dell'Università dello Iowa, uno stato del MidWest americano che offre un numero specialmente alto di volontari nelle Forza Armate. Dieci anni ormai di guerra in Iraq e in Afghanistan hanno prodotto 500 mila reduci, migliaia di suicidi e diecine di migliaia di uomini e donne mutilati non nel corpo, ma nell'anima, dalla "PTSD", la sindrome da stress post traumatico. Sono ex combattenti che vivono nel terrore, e nel trauma, di quanto hanno visto, subito, inflitto, a volte rottami umani incapaci di uscire di casa, di affrontare una banale autostrada, un ufficio, un locale pubblico, bloccati da quella "amigdala" fuori controllo che invia al cervello e al corpo segnali paralizzanti di paura anche quando non ve n'è motivo, come un allarme antifurto che urla anche quando il pericolo non esiste. La signora Esseemme dell'Iowa e le altre cavie come lei possono aiutare a capire come resettare questo termostato del terrore, senza arrivare all'estremo dell'azzeramento completo delle emozioni e alla trasformazione dei pazienti in robot.
E proprio qui, al confine fra la scienza e la fantascienza, fra la terapie e l'abuso, sta il rischio delle sperimentazioni sull'amigdala e sugli altri organi, nervi, ghiandole che rendono umani gli umani, tra il piacere e la paura, tra l'orrore e la tenerezza. La fantasia corre al pensiero di futuri soldati robot, privati di quel freno emotivo che è la paura di morire e, come studia da anni il Pentagono, la paura di uccidere, a volte più forte addirittura dell'istinto di sopravvivenza. L'antropologia, la storia dell'evoluzione umana, sa bene che senza nostra sorella paura, innesco formidabile dell'intelligenza e della creatività, la nostra specie non sarebbe sopravvissuta al mondo ostile e feroce che la circondava ed è ovvio che questa donna dello Iowa non vivrebbe a lungo ballando serena con gli orsi o attraversando la strada senza il timore di essere investita. Lo sanno i famigliari che non le permettono di uscire mai di casa da sola. Ma se la sua perfetta incoscienza da bambina che comincia a gattonare per il mondo incurante di spigoli e prese elettriche fa tenerezza, il pensiero di una legione di armati senza umanità e senza mai rimorsi fa paura. Almeno a noi che abbiamo l'amigdala che funziona anche troppo bene.
Vittorio Zucconi - La Repubblica 17 dicembre 2010
È noto da tempo che in quel piccolo organo sta il segreto della condizione umana, la sentinella della nostra sopravvivenza, la condanna delle nostre notti, la molla dei nostri comportamenti. Menomazioni, patologie, difetti della amigdala cambiano radicalmente il rapporto con il mondo esterno, possono impedire di riconoscere, nelle situazioni, nei gesti, addirittura nello sguardo degli altri quei segnali sottili che fanno scattare il meccanismo del "fuggi o lotta", presente in tutti gli animali superiori. Ma la Signora Esseemme, studiata per mesi dalla Università dello Iowa, è completamente priva di ogni riflesso di paura. Non dice, come il bambino eroe del film di Salvatores "Io non ho paura". Non vince, come il soldato magari impregnato di grappa, di rum, di esaltazione patriottica o religiosa che si lancia oltre il parapetto della trincea, il terrore della morte.
L'hanno accompagnata nei luoghi canonici delle più ovvie fobie umane e specialmente femminili, in laboratori brulicanti di enormi ragni e di serpi, creature delle quali aveva detto di avere orrore. Ma quando si è trovata fra di loro, ha serenamente carezzato il dorso peloso di enormi tarantole e la pelle secca a fredda di serpi, sperabilmente non velenose. Né passeggiate solitarie fra cimiteri di notte, visioni di film specialmente ripugnanti o conversazioni nelle carceri con stupratori seriali e killer ben lieti di raccontare ogni raccapricciante dettaglio delle loro imprese hanno provocato alcuna reazione di paura registrata dai sensori che i ricercatori le avevano applicato per registrare le classiche risposte fisiologiche dell'ansia. La mancanza dell'amigdala la rende semplicemente incapace di avere paura, come un daltonico totale è incapace di vedere i colori.
A che serva lo studio di questa sfortunata, o fortunatissima signora che non teme neppure la morte, lo spiegano i ricercatori della scuola di neurologia dell'Università dello Iowa, uno stato del MidWest americano che offre un numero specialmente alto di volontari nelle Forza Armate. Dieci anni ormai di guerra in Iraq e in Afghanistan hanno prodotto 500 mila reduci, migliaia di suicidi e diecine di migliaia di uomini e donne mutilati non nel corpo, ma nell'anima, dalla "PTSD", la sindrome da stress post traumatico. Sono ex combattenti che vivono nel terrore, e nel trauma, di quanto hanno visto, subito, inflitto, a volte rottami umani incapaci di uscire di casa, di affrontare una banale autostrada, un ufficio, un locale pubblico, bloccati da quella "amigdala" fuori controllo che invia al cervello e al corpo segnali paralizzanti di paura anche quando non ve n'è motivo, come un allarme antifurto che urla anche quando il pericolo non esiste. La signora Esseemme dell'Iowa e le altre cavie come lei possono aiutare a capire come resettare questo termostato del terrore, senza arrivare all'estremo dell'azzeramento completo delle emozioni e alla trasformazione dei pazienti in robot.
E proprio qui, al confine fra la scienza e la fantascienza, fra la terapie e l'abuso, sta il rischio delle sperimentazioni sull'amigdala e sugli altri organi, nervi, ghiandole che rendono umani gli umani, tra il piacere e la paura, tra l'orrore e la tenerezza. La fantasia corre al pensiero di futuri soldati robot, privati di quel freno emotivo che è la paura di morire e, come studia da anni il Pentagono, la paura di uccidere, a volte più forte addirittura dell'istinto di sopravvivenza. L'antropologia, la storia dell'evoluzione umana, sa bene che senza nostra sorella paura, innesco formidabile dell'intelligenza e della creatività, la nostra specie non sarebbe sopravvissuta al mondo ostile e feroce che la circondava ed è ovvio che questa donna dello Iowa non vivrebbe a lungo ballando serena con gli orsi o attraversando la strada senza il timore di essere investita. Lo sanno i famigliari che non le permettono di uscire mai di casa da sola. Ma se la sua perfetta incoscienza da bambina che comincia a gattonare per il mondo incurante di spigoli e prese elettriche fa tenerezza, il pensiero di una legione di armati senza umanità e senza mai rimorsi fa paura. Almeno a noi che abbiamo l'amigdala che funziona anche troppo bene.
Vittorio Zucconi - La Repubblica 17 dicembre 2010
mercoledì 15 dicembre 2010
martedì 14 dicembre 2010
lunedì 13 dicembre 2010
mercoledì 8 dicembre 2010
martedì 7 dicembre 2010
piccola ala
Well she's walking through the clouds
With a circus mind that's running round
Butterflies and zebras
And moonbeams and fairy tales
That's all she ever thinks about
Riding with the wind
With a circus mind that's running round
Butterflies and zebras
And moonbeams and fairy tales
That's all she ever thinks about
Riding with the wind
Etichette:
SPROLOQUI IN LIBERTA'
lunedì 6 dicembre 2010
domenica 5 dicembre 2010
dove vanno in inverno?
"Continuavo a camminare, un passo dietro l'altro, e
intorno a me tutto diventava sempre più buio e sempre più spettrale.
Non vidi un'anima per tutto il tempo che restai nel parco. Meglio così.
Probabilmente avrei fatto un balzo di almeno un chilometro, se avessi
incontrato qualcuno. Poi, alla fine, lo trovai. Era mezzo gelato e mezzo
no, ecco com'era. Ma non vidi nemmeno un'anitra. Feci tutto il giro di
quel maledetto lago - a un certo punto per poco non ci cascavo dentro, anzi
- ma non vidi un'anitra neanche a pagarla. Pensai che forse non ce
n'erano, come niente dormivano o che so io vicino all'orlo dell'acqua,
vicino all'erba e compagnia bella. Fu così che per poco non ci cascavo
dentro. Ma non ne trovai neanche una..."
Etichette:
SPROLOQUI IN LIBERTA'
venerdì 3 dicembre 2010
errante...
E quando miro in ciel arder le stelle;
Dico fra me pensando:
A che tante facelle?
Che fa l'aria infinita, e quel profondo
Infinito seren? che vuol dir questa
Solitudine immensa? ed io che sono?
Dico fra me pensando:
A che tante facelle?
Che fa l'aria infinita, e quel profondo
Infinito seren? che vuol dir questa
Solitudine immensa? ed io che sono?
Etichette:
SPROLOQUI IN LIBERTA'
giovedì 2 dicembre 2010
Iscriviti a:
Post (Atom)