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domenica 6 luglio 2014

Tour 2014

eqquindi colpo della strega, valigia in percentuale co più medicamenti che majette, via se parte.
Milano è:
sorelle, l'ostello che di solito viene aperto per il Brus e stavolta no ma è come sempre casa mia, afonia totale ancor prima che tutto abbia inizio, il concerto con mia adv vicino, Claudia "ndo cazzo vai?" e Salvo appena dietro (ahò ma che voce cià Salvo?? Eddie eclissato...) ci sono tutti l'amici dentro sto stadio sparsi chissà dove ma noi sappiamo che ci sono e chissà se rimarranno accecati dalli pupi. Release per mia adv, Sad per Salvo, Pilato per me e le sirene per la tesora. C'è una luce a Milano, siamo felici e veri. alla fine San Siro pullula di navette e stamo in dubbio su quale prendere (Pisapia 'tacci tua).
a Milano conosciamo il Giampy, fido e rassicurante compagno sulle cui possenti ruote macineremo millemila chilometri in allegria e devastazione, tra spuntini (come se dice spuntino in svedese? io lo so...;o) peccato che le casse dietro non si sentano, SYBIL E IMPIATTA NO?? Ed eccoci a Trieste.
Trieste è:
un lungomare infinito, la tracimante bellezza di piazza dell'Unità d'Italia illuminata e luccicosa, due taglieri indimenticabboli, si nun morimo prima arriveremo fino in Nordesia, visite ortopediche davanti alla fila del 10c Domopak e arnica per Claudia e chi ce ferma? birre col grande Gatto, la prima transenna del fondo pit conquistata. A Trieste nuvole corrono veloci, è Natale lasciatemi dormire. Ma soprattutto a Trieste c'è Chloe che danza, il mio alter ego mi dice che la vita è quello che ne fai e se ne fai morte allora fai riposare la tua anima altrove perchè grazie a Dio io invece stasera sono qui e canto a squarciagola il mio tipo di amore, l'amicizia, la musica, la vita.
manco a dirlo, domattina se riparte, destinazione Vienna. Attraversiamo boschi e frontiere cancellate, Slovenia, Austria (il paese di quello un po' cattivo...) ogni sosta è buona per ingurgitare caffè improbabili, magnare la qualunque e fumare, chetelodicoaffà. Il tempo del viaggio è un tempo strano, dilatato, non commensurabile al tempo della vita quotidiana che è invece scansionato da giornate terribilmente simili l'una all'altra. Il tempo del viaggio è un dono espanso, ti perdi le abituali coordinate, non sai quale giorno della settimana sia, e in alcuni momenti manco capisci bene il dove il quando il come. Ma il perché si che lo capisci, e te lo godi tutto, questo tempo infinito e regalato. E com'è come non è ci troviamo nel Bronx di Vienna.
Vienna è:
un appartamento le sette bellezze, il nostro cicerone Fabrizio, wienerschnitzel e patate gnam! giusto un cincinino di birette, vapiano pizza e pasta assai lodevoli, fare il bucato, il puzzle con le barche e le reti da pesca, la partita dell'Itaglia (appassionante, ahò!) e si segna Pirlo c'aspetta uno spettacolo nello spettacolo ma isso nun segna e alooooora!! Vienna è la lunga strada e tutti questi momenti preziosi, a Vienna voglio agitarmi, voglio attorcigliarmi, voglio abbandonare la mia mente e gridare e lo faccio, ah se lo faccio. Vienna è pioggia ma non me ne importa, ma più di tutto io ho visto l'ago e ho amato ogni istante.
Senza trucco e senza inganno, nottetempo ci dirigiamo verso la Crucconia, eccheccevò, quei 700 chilometrelli, una pennica a bocca aperta e mento calante, apertura di occhi cisposi su albe e prati, soste in Cechia, caffè, sigarette, zozzerie, fazzoletti smocciolati per ogni dove come se non ci fosse un domani, e freschi come rose irrorate dalla rugiada ci troviamo catapultati in un bosco, a che numero siamo? 180, possibile?? ostello, il tempo di posare la capa sulla branda che è già ora di rimuoversi, troppa sosta c'avesse a fa male. via, come arzilli folletti nel bosco, un wurstellone, un birozzo e si prende posto sui gradoni dove stenderò definitivamente le mie spoglie per ricomporle soltanto alla fine. Dio se so stanca sfranta mortammazzata. Siamo al Wulheide, siori e siore, il luogo del mio battesimo. Berlino.
Berlino è:
la faccia radiosa di Rossella catapultata da una scrivania romana ad un gradone di uno stadio, birra in mano e sorriso stampato fisso. nuvole rosa. le sinapsi che vanno lente oh marò, i dadi di Dio. l'immortalità ed è immorale battere le mani. Berlino è il tempo per sognare tra sé e sé, a Berlino si lasciano scorrere tutti i giorni passati perché c'è tempo, c'è ancora tempo.
Ma sopra ogni cosa a Berlino bisogna tenere duro, perchè la vita può essere diversa. Hold on, Claudia è stata esaudita.
e non ce lo facciamo ripetere noi, perché la matina dopo si saluta col magone il Giampy e si piglia in scioltezza un aereo, destinazione la Nordesia. La terra che fa trovare un perché ai panni di lana arraffazzonati in valigia, la terra con un clima gioiosamente ospitale per alci, renne e troll e aiutateme a dì checcazzodefreddofà.
Stoccolma è:
la quarta rockin' lady recuperata sulla lunga strada, il giocoso pullulio di vita vera che attraversa tutta la ridente cittadina di Solna, l'acqua, il sorriso aperto e luminoso di Stone (noi ti amiamo Stonuccio, sallo!!), il cibo messicano, guacamole e pentole di ghisa a volontà, tanto per sondare se è vera la favola della gastrite nervosa e psicosomatizzata (alzi la mano chi crede alle favole).
freddo che manco alli cani, l'hard rock che ci vede primi assoluti, lo spuntino dal nostro buon amico Mac (come si dice spuntino in svedese??), stiKa e gamla stan, il palazzo del nobel e le panoramiche.
s'annamo a mette in fila? daje che il tempo ci assiste, ce staranno quei 5-6 gradi atti a non far imputridire le nostre spoglie.
Stoccolma è il terrore puro di "cazzo, non trovo il mio biglietto" che It mi ha fatto na ceppa ammè, in questo frangente.
Qualche volta mi inchino, qualche volta vivo e qualche volta mi inginocchio, caro Dio, grazie di avermi fatta arrivare fin qui.
E per favore aspettatemi, io ci sarò, ci sarò ancora una volta.
U: miei amici Claudia, Lello, il capitano Francesco, la mia figlioletta Raffaella, Rossella e Mara, rockin' ladies foreva, Fabrizio, che mi avete fatto ridere e ridere e ridere fino allo stremo. E' stato un tour indimenticabile, non potrò mai ringraziarvi abbastantemente.
U: le mie sorelle e la mia adv, senza di loro come sarebbe la mia vita?
U: PEARL JAM. Vi amo, ce lo sapete ma io lo ribadisco.

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