Carissimi papone e mammina,
Perdonatemi il dolore che vi reco che è veramente una angoscia per me. Pensate che tanti sono morti per la Patria ed io sono uno di quelli. La mia coscienza è a posto: ho fatto tutto il mio dovere e ne sono fiero. Questo deve essere per voi vero conforto. Vi abbraccio con tutta l’anima.Fabrizio vostro
La spilletta regalatela a Bice e così un altro ricordino: anche ai miei nipotini. Saluto e abbraccio tutti, Enrico, Gina, ecc. Non fate storie per il cadavere od altro. Dove mi buttano mi buttano. Quando potrete mettete l’inserzione sui giornali.
Viva l’Italiaf.
Fabrizio Vassalli
Di anni 35. Nato il 18 ottobre 1908 a Roma ed ivi residente. Sposato. Di
professione commercialista. Arruolatosi volontario nel Regio esercito
italiano nel 1930, si congeda e termina gli studi, conseguendo la laurea
in Scienze economiche e commerciali. Nel 1939 è richiamato in servizio e
dislocato in Sardegna con il grado di ufficiale di Artiglieria. Nel
1941 è promosso capitano ed inviato in Albania, quindi assegnato alla
piccola batteria contraerea sull’isola di Saseno, in Dalmazia.
All’annuncio dell’armistizio sabota le strutture militari dell’isola e,
con mezzi di fortuna, attraversa il mare Adriatico con i suoi uomini.
Giunto a Brindisi, si mette a disposizione del Governo Badoglio, che gli
affida un’importante missione a Roma. Attraversato il fronte con il
nome falso di Franco Valenti, si congiunge con il movimento di
liberazione della Capitale ed entra in contatto con il Fronte militare
clandestino di Montezemolo, di cui diventa uno dei più stretti
collaboratori. Attivissimo nel raccogliere informazioni, comanda la sua
formazione (il "Gruppo Vassalli", per l’appunto) in numerose azioni di
spionaggio o sabotaggio. Ricercato dai nazifascisti, è arrestato dalle
SS il 13 marzo 1944, mentre si trova in via del Babuino con la moglie
Amelia e altri collaboratori. Rinchiuso nel penitenziario di Regina
Coeli, viene spesso condotto nelle carceri di Via Tasso per essere
sottoposto a duri interrogatori. Il 27 aprile il tribunale militare di
guerra germanico lo processa e lo condanna a morte. Anche Amelia subisce
la medesima sentenza, ma viene graziata verso la metà di maggio. Il 24
dello stesso mese invece Fabrizio Vassalli è condotto a Forte Bravetta e
fucilato con Giordano Bruno Ferrari, Salvatore Grasso, Pietro Bergamini
e Corrado Vinci (tutti appartenenti al suo gruppo clandestino,
catturati con lui).
Alla sua memoria è stata assegnata la medaglia d’oro al valor militare.
Nessun commento:
Posta un commento