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giovedì 14 aprile 2011

il cielo di roma


Alla fine di una giornata deprimente, dopo avere seguito quegli squallidi guitti che ci governano, il truce pasticcio libico, le acrobazie della maggioranza per salvare la cotenna del loro padrone ancora una volta, la catastrofe umana dei profughi, i rutti mentali di Bossi, il tasso dell’inflazione che è la sola cosa che cresca in questa Italia esausta, faccio appello agli ascoltatori di Radio Capital perchè mandino Sms al nostro TGZero con buone notizie. Piovono centinaia di messaggini di nuovi papà che raccontano sbigottiti e felici del primo dentino del loro figlio come se fosse il primo dentino spuntato nel mondo, madri che allattano bebè nati prematuramente ma vispi e sani, ragazzi che finalmente hanno avuto o hanno rinnovato un contratto per altri sei mesi – grasso che cola – padri anziani che gioiosamente mantengono i propri figli agli studi senza accusarli di bamboccionismo, studenti che finalmente hanno avuto la tesi dal relatore dopo chissà quante scale salite e ore consumate, gente che mi invita semplicemente a guardare fuori dalle mie finestre a Roma e vedere uno di quei tramonti (ho detto tramonti, non tremonti) incantevoli che questa città dipinge sui tetti rossi e il travertino rosa. Ma sì, dai, siamo ancora qui e il tramonto romano era affettivamente stupendo. Sono le cose vere che dimentichiamo abbagliati da uomini falsi e dai riflettori del nulla televisivo.

Vittorio Zucconi - Tempo reale

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