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giovedì 20 ottobre 2011

il male minore

ho finito di leggere "Lettera di dimissioni" di Valeria Parrella.
una storia personale e contemporaneamente una storia collettiva perchè ognuno di noi vive la propria vita nella Storia e come dicono quelli che sembrano capirci, il battito d'ali di una farfalla può provocare un uragano dall'altra parte del mondo. ne consegue che forsanche noi che di certo siamo più pesanti della farfalla e sicuramente a più alto impatto ambientale, con i nostri minimi comportamenti e i nostri piccoli gesti possiamo influenzare ciò che nel mondo accade, per quanto ciò ci sembri risibile e a tratti assolutamente improbabile.
"scendendo a capofitto per i rami delle generazioni, Clelia riesce a trovare il suo posto nell'asse del tempo" che poi è ciò che capita a ciascuno di noi, che lo si voglia oppure no, che si abbia un super io esagerato o appena sviluppato. c'è sempre qualcosa, credo, nei codici di comportamento appresi, che ci riporta al nostro essere o voler essere attuale. e così Clelia arriva a narrare la sua, di storia. e racconta qualcosa che ci riguarda tutti.
curiosamente, ma forsanche no, trovo fili di pensieri che si uniscono a formare una trama. l'altroieri mi capita di leggere un post da un blog (questo: http://sempreunpoadisagio.blogspot.com/2011/10/il-nome-dei-nemici.html). e ieri finisco il libro.
capisco che c'è un legame tra queste cose apparentemente slegate. il divario tra ciò che volevamo essere e ciò che siamo diventati. com'è, una mattina ci si sveglia e  si coglie la differenza? alla cena dei compagni di liceo ritrovati su social network qualcuno ti dice che ti trova molto diversa dalla promessa dei tuoi 17 anni?
riguarda anche noi "la perdita di contatto tra ciò in cui si crede e il modo in cui si agisce, fino alla consapevolezza che le cose non si compiono all'improvviso, ma all'improvviso le vedi nel loro intero"?
io credo proprio di si, finchè, quando arriva quel giorno in cui tu riesci a vedere "l'intero" e forse misuri la distanza tra il tuo pensiero e la tua azione o inazione, magari riesci quantomeno a riflettere sul tema della responsabilità personale. della MIA responsabilità personale, quella che mi spinge a comprare cibo biologico a km zero ma non mi impedisce di lavorare per un istituto che insegue unicamente il profitto. devo pur campare, mi autoassolvo, mentre guardandomi mi scopro invecchiata. devo pur campare, e intanto il viso che mi guarda dallo specchio accigliato dice la sua improrogabile necessità di una crema antirughe. mi assolvo. cerco di scegliere il male minore, persuasa di fare bene.
parla di questo, il libro della Parrella. della responsabilità personale.
voglio continuare a pensarci, perchè io lo so che c'è in quella stessa me, una gran parte che rinnega l'assoluzione e interroga, incessantemente, quell'altra.

"chi sceglie il male minore dimentica rapidamente di aver scelto a favore di un male" 
(Hanna Arendt "La responsabilità personale sotto la dittatura)

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