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giovedì 12 luglio 2012

It's okay, it's okay (BERLINO)

e quindi si cambia formazione, a sto giro si viaggia con Daniele e Piero e dopo quelle 6 orette di intercity che ferma in ogni remoto, ignoto, infognato villaggio olandese e poi crucco, con visioni di mucche e poi cavalli e poi mucche e poi acque e verde che bello è bello eh, ma dopo un po' anche chedupalle, con noi periodicamente appesi al predellino a ingurgitare la maggior quantità di fumo possibile atta a tenere buona la scimmia, finalmente eccoci a Berlino.
ora, io in detta città ce sò già pervenuta 2 volte, la prima talmente tanto tempo fa che ho sfumate rimembranze della porta, della metro in cui si passava de là, del cipiglio minaccioso di chi ci timbrò il visto; la seconda invece il 15/8/2009, giorno che non potrò mai, mai più dimenticare, - chissà mai perchè - ed ho visto talmente poco e in un caldo così asfissiante che non conta, credo.
pertanto, giacchè stavolta invece avrò tempo e modo, vorrei riuscire a cancellare quella sensazione abbastanza opprimente che mi si propone quando penso a sta città. gnente albergo perchè Daniele qui ha casa, apperò.
e allora prendi la metro, scendi ad alexanderplatz, riprendi la metro u8, scendi dalla u8 prendi la u1 e finally eccoci a kreutzberg, dov'è casa.
seguono giorni di magnate interstellari (kebab, cinese, wurstel e similari, felafel ahhhhhh che bboni e quindi dove sono andate la mia colite, la mia gastrite che a casa anche solo lo sguardo su uno sparuto pomodoro mi distrugge??), chilometrate di cammino in giro per la città (grazie pièveloce Daniele, cicerone indistruttibile!).
immagini da conservare gelosamente in uno stipetto della memoria pronte ad essere cacciate fuori nei momenti blu: la semifinale degli europei italia-germania, vista da uno schermo piazzato sul marciapiede dal gestore di un negozio, seduta su una cassetta della birra, contornata da tifosi tedeschi gentili e accoglienti; il Tiergarten dove ho incontrato Cip, rosso con la pettorina bianca, troppo troppo carino; la colazione nel sole a Lausitzer Platz in uno stordente, inebriante profumo di tiglio, cani liberi che camminano tronfi a fianco al loro padrone, le sdraie sulla sabbia in riva allo Spree con birozzo in mano e al lato la 02 arena (che un sopralluogo non lo vogliamo fare?? non scherziamo...); la east side gallery coloratissima, ispirata, gioiosa; le serate trascorse ad ascoltare musica, ricche di previsioni, congetture, speranze...
ma si approssima la prima data e la casa inizia a riempirsi, io dividerò le coltri con Anna Maria, tanto caruccia, mentre il Grande Gatto si dovrà arrangiare in un posto pavimento, sul materassino del camping chè i letti sò finiti; tutto un andirivieni di gente, spaghettate condivise, bandiere disegnate, oh, eccoci, siam pronti alla lotta. ma quanto me piace ammè tutta la caciara emozionata che regna, ahò.
il 3 a sera ci portiamo alla 02, così, tanto per vedere che aria tira. andiamo e troviamo una tenda già piazzata davanti ai cancelli, forse 2 spagnole, non saprei, sto tramortita dall'idea che già ci sia gente alle 23 de la tarde. ci sono già carta e pennaroni, ci sono già il n.1 e il 2. ne consegue che i miei compari si scrivono immediatamente 3 e 4 sulle mani e si accucciano, il fato ha voluto così, il fato non si combatte. intanto iniziano ad arrivare volti amici: Mara!! Nello, e altri eroi che decidono di annottare, tanto non è per nulla umido, no madechè.
iniziano quindi i viaggi avantindrè per procacciare i pernottanti di cibo, bevande, coperte.
sistemiamo le creature e andiamo affà le ninne che domani sarà una lunga, promettente giornata.
e arriva il giorno del primo concerto berlinese. foraggiati più volte i regazzi, salutata tanta bella gente (LAFAN!, Fra, Carlo Alberto, Leo, Silvia, Claudia, Rossella e ma tanti assai altri), verso quelle 16 decidiamo di metterci più o meno in fila, che tanto de riffe o de raffe ci tocca ancannoi.
si entra comodi e ci si piazza al mixer, quello vero stavolta che qua il pit non c'è, ahimè. il mixer è per antonomasia un punto di ritrovo e infatti ecco Matteo e Paolo, due ragazzi coi quali ho condiviso la bolgia del Wulheide, 3 anni fa. ma che robbe che succedono alli concerti! con loro c'è anche marialuisa, una bella giovine che il giorno prima ha deciso di andare a visitare il museo dei ramones...e ci ha trovato un visitatore illustrissimo...si chiacchiera, si va sulla terrazza a fumare, se magna (ecchè nun se magna??), ci si sbirrazza il giusto, si fa ricognizione perlustrativa ai cessi (mi autonomino critica cessonomica e alla fine del tour stilerò una classifica con premiazione di quelli più meritevoli), insomma tutte le normali attività che precedono un concertone, fino all'arrivo degli X. il Grande Gatto (che un attimo prima ha promesso solennemente di proteggermi in caso di invasioni barbariche volte all'espugnazione della sacrosanta postazione) si dilegua in un nanosecondo, essì che non è propriamente un lillipuziano, il big cat grande fan di questa band di cui io conosco soltanto una canzione, "new world" (che io na volta l'ho sentita cantare da altri, in quel di washington city...)
e riecco la magia: buio, intro e i nostri giungono.
how I wished for so long how i wish for you today...e tutti noi camminiamo sulla lunga strada e a volte ci si incontra e non c'è nessun bisogno di dirsi addio, proprio no.
e poi voliamo in alto, tutti, e poi elderly woman (cellai con me??? hai detto a me??)
momenti preziosi: faithfull si si si we all believe, fedebbella mia, a casa col pancione ma anche qui, vicina vicina a me, tutto occhei, tutto occheeeeeiiii you don't have to run and hide away this is my plea this his my need THIS IS MY TIME FOR STANDING FREE..., e tanti auguri mamma di Mike, grande mamma che ci hai regalato sto genio! immortality che mi stende irreparabilmente, chiudo gli occhi e ascolto, semplicemente, la voce, la musica che mi porta in nessun luogo, in ogni luogo. e poi Eddie cerca nel pubblico na creatura (la fanciulla che era al museo dei ramones ci racconta che si era scritto il nome sul pacchetto di sigarette -ma fuma, machedavero?? noddai...) e poi la trova, un pupetto con un paio di cuffioni esagerati nelle orecchie, troppo buffo a vedersi. e poi crediamo nei miracoli, forse davvero non è troppo tardi...e poi vediamo le cose in modo più chiaro  e poi respiriamo e poi e poi è difficile da immaginare.. l'ahiahaihaihaiahi di jeremy è un urlo che esce dalle budella di ogni presente e poi si molla il guinzaglio e poi e poi  abbiamo strada da percorrere e continuiamo a fare rock in un mondo libero.
le facce all'uscita andrebbero immortalate perchè sfrante stralesse e tuttavia radiose.
siamo destrutturati e puri, è il 4 di luglio, giorno dell'indipendenza americana e domani è un altro giorno, si vedrà...

il 5 si ripete più o meno il copione, solo che gli eroi della transenna na seconda notte non la reggono e decidono di stanziarsi anch'essi al mixer che diventa appannaggio globale dell'italianità, con Mara, Nello, Claudia, Rossella, Piero, il Grande Gatto, Matteo, Paolo.  io invero sò anche un po' stanca, forse per simpatia e dopo 3 concerti come quelli che ho visto direi quasi completamente appagata.
senonchè...senonchè all'inizio arriva la pugnalata al cuore, waves rolls in my thoughts, e gli oceani ci trascinano via.
non starò qui ad elencare tutta la setlist, che è stata una roba, ma una roba...
dico però che durante come back non so manco bene io il come e il perchè, ma mi sono ritrovata a lacrimare come uno di quei pagliacci con la pompetta, che spingi ed escono fiotti, ecco, proprio così. forse pensavo alle tante volte che l'avevo cantata a squarciagola in macchina con Fedebbella, forse pensavo a mio papà, forse non pensavo a niente, cercavo di cantare e invece lacrimavo. e mother...ecco, seppur richiamata più volte dai desideri, no, non ci speravo proprio di poterla sentire. capolavoro.
finisce che non ho un filo di voce, sono ridotta no schifo, fuori piove e sto in un altro pianeta dove tutto è buono, tutto è bello, tutto è gentile, quando si è arrabbiati basta strillare una canzone e il veleno accumulato come per miracolo se ne esce. io non lo so spiegare perchè loro mi fanno questo effetto, non lo so.
so che quando il Grande Gatto mi legge la scaletta del Bruce che stasera suonava a Parigi, cose dell'altro mondo, eh, è Bruce e io lo amo, sia ben chiaro. epperò, epperò al momento per me, mi dispiace pure dirlo, ma non c'è battaglia.
Eddie, Mike, Stone, Matt, il Jeff (che iersera Eddie si è scordato di presentare, eggià) e Boom, i PEARL JAM, mi fanno stare bene, sempre.

3 ore di sonno e si va a Tegel, stavolta da sola, destinazione Stoccolma.

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