stamattina, dopo 3 giorni di acqua, si intravede un po' di cielo. io
sto in orario (o' miracolo!!) e perciò gambe in spalle, si va in uffizio
a piedi. nel lettore cd ho posizionato mansfield, 3 lullio 2003.
se
mi ferma la polizia mi costituisco, non è l'originale. accendo, e la
giornata inizia bene perchè quando imbocco il ponte eddie mi sta
cantando una meravigliosa versione del patriota (che poi sta canzione io
la amo, non solo perchè è di stefano piccolo, ma proprio perchè la
trovo bella bella), il ponte è vagamente scivoloso, ce stanno le foglie
morte (no, non è na citazione...) e le scagazzate degli amabili uccelli
cagoni (che se magneranno per cena, io mi chiedo???), ma i love my
country, cagatine incluse, e quindi procedo spedita evitando fratture
del femore (che alla mia età sò pericolose, come è noto). via della
scrofa con once, (una volta, si una volta controllavo me stessa, ora chi
può dirlo), giro per via giustiniani, cantando lo specchietto
retrovisore, esaltandomi come di consueto mentre aspetto l'esplosione di
saw things e meno male che le vedo piu' chiaramente le cose, così evito
per un pelo di pestare il triste cadaverino di una pantegana spalmata
sui sampietrini. il pantheon di mattina presto, in tutto il suo
splendore, la piazza semideserta, i palazzi di quei colori pastello
celeste, ocra, mattone, che a me piacciono tanto, la bouganvillea enorme
che ricopre il mc donald (e meno male, ndr).
piazza di pietra,
anch'essa semivuota e stupenda la attraverso in compagnia di driven to
tears, mi illanguidisco e non va bene perchè dopo la realtà surreale di
una fontana di trevi quasi senz'acqua (le monetine, stanno raccogliendo
una paccocciata di monetine, sotto l'occhio vigile dei pizzardoni, bè
vigile è na parola grossa...), dopo LA fontana, dicevo, c'è da faticare,
c'ho da arrampicare il colle, mica briscole (e fuma sa, che poi sali du
gradini e sputi l'anima).
ma c'è corduroy e prenderò la strada piu'
difficile, questa è profezia vera, mentre arranco sui gradini del
quirinale e arrivo sulla piazza provata ma ancora in vita. due solitari
giapponesi fanno le fotografie del panorama, il cuppolone, il gianicolo,
io mi avvio verso i giardini, e in un tripudio di foglie gialle giu',
cielo grigio su (ma mica poi tanto grigio daje, contentamose) io
festeggio col soldato dell'ammore, trascinata dall'allegria, lay down
your arms and surrender to me, baby lay down your arms e sono arrivata a
destinazione.
dopo questo inizio di giornata prometto di non
digrignare i denti quando aprirò la posta lavorativa e troverò l'esima
inutile mela dei Capi.