Elenco blog personale

sabato 31 dicembre 2011

un 2012...

di fiori per tutti!
qualunque sia il loro significato (eh ma studierò, promesso!), un augurio di vita e di rinascita.
camelia: il mio destino è nelle tue mani
giacinto: perdonami, ti prego
peonia: rabbia
(e uffa, è il mio fiore preferito...)
rosa rosa: grazia ed eleganza












e questa è st. cecilia, dedicata alla musica.
impossibile non amarla.

martedì 27 dicembre 2011

adoro

questi giorni di abbracci...

domenica 25 dicembre 2011

Merry Christmas!!!

< i do believe...

sabato 24 dicembre 2011

Christmas lights...

Those Christmas Lights,
Light up the street. Down where the sea and city meet.
May all your troubles soon be gone,
Ohh Christmas Lights keep shining on...

venerdì 23 dicembre 2011

antivigilia

ho il fantasma dei Natali passati appollaiato sulle spalle. se ne andrà domani, ne sono certa.

mercoledì 21 dicembre 2011

incontri

ogni mattina io salgo sul mio fido autobus, mi schiaffo al posto delle biciclette, apro il libro prescelto e leggo finchè non arrivo alla mia fermata. anche ieri copione rispettato, salgo, mi metto al mio solito angoletto, leggo. poi, ad un certo punto alzo lo sguardo, per capire se sono quasi arrivata a destinazione. e mentre guardo vedo che nel posto davanti a me c'è seduto joker. proprio il joker di Ledger, quello paurosissimo. volto bianchissimo, occhi bistrati, bocca rossa sbavata, il tutto sul giovane volto di un ragazzetto intento anch'esso alla lettura. lo guardo fisso per almeno 5 buoni minuti, lui continua a leggere. quando sto per scendere sono tentata di chiedere a qualche altro occupante il bus: "lo vede anche lei??" ma temo la risposta. scendo. resterò perennemente nel dubbio.

domenica 18 dicembre 2011

io lo so

che visualizzare foto di aurore boreali e natura incontaminata, inabissarsi nelle pagine di un romanzo, progettare viaggi al seguito di una band, guardare l'incanto delle prime puntine dei bulbi che riemergono inaspettate da vasi dimenticati, sono tutte evidenze di lontananza dal reale, espressioni di una palese rimozione dello stato delle cose.
solo che talvolta (sempre più spesso, ahimè), la realtà è così sovrastante le mie capacità di elaborazione che non tutto insieme, non ce la faccio. la crisi economica, la depressione, il futuro di mio figlio (dei nostri figli), piazza tahrir, mercato san lorenzo, la siria, i traghetti che continuano ad affondare, la malattia che mi circonda, no è troppo, non ce la posso fare. ho bisogno di bellezza.
e allora mi faccio bambina, voglio orsacchiotti. mi faccio adolescente, voglio concerti. mi faccio pianta, voglio una promessa di primavera. mi faccio me stessa e credo ancora a Babbo Natale. così mi salvo, almeno per un po'.

venerdì 16 dicembre 2011

quando

ragazzini di seconda media a cui viene richiesto di scrivere le prime parole che vengono loro in mente per descrivere il  quartiere in cui vivono e queste parole sono: cocaina, stupri, droga, io mi sento defraudata al loro posto. e vorrei portarli  immediatamente a fare un viaggio nel salvifico mondo delle fiabe. ma siccome io sono propensa a credere che "un universo infinito ospita un numero infinito di variazioni, e ciò significa che da qualche parte nel multiverso ho già vinto la medaglia d'oro olimpica nei centro metri piani", ne consegue che io vivo in un mondo immaginario mentre i ragazzini sono più realisti del re.

giovedì 15 dicembre 2011

oh ma che fatica

stare appresso alle passioni...

lunedì 12 dicembre 2011

bambolette

mentre sto qui loro mi spiano...

domenica 11 dicembre 2011

l'inventore di sogni

mi incaponisco a cercare un senso nelle cose. mi ci incaponisco e spesso, davvero troppo spesso non ci riesco, com'è ovvio.
però mi pare di aver capito l'avvicendarsi delle stagioni, quelle della natura e anche quelle umane. e man mano che vado invecchiando mi si accendono barlumi di comprensione.
solo delle lucine a basso voltaggio, intendiamoci, mica un'esplosione di roboanti e accecanti fuochi artificiali. non il capodanno a times square, tanto per capirci, piuttosto la fiammella tremula di una candelina. epperò, meglio che il buio assoluto, mi dico. man mano che vado invecchiando intravedo qualcosa. guardo i vecchi (quelli proprio vecchi, non la via di mezzo che son io, ora) e li capisco, ogni giorno di più.
quel doloretto che compare una mattina, nuovo, inaspettato, maligno, forse lo condivido con qualche coetaneo e forse è uguale a quello che tanti anni fa affliggeva papà mentre io pensavo "che palle!!"
quella stanchezza che alla sera mi avviluppa come la cappa di un moschettiere, e hai voglia a combattere, mi cala la palpebra e il desiderio più alto è raggiungere la branda, velocemente.
quei se e quei ma che mi attaccano subdoli mentre progetto viaggi (ma quanto ci metto ad arrivare? e se perdo la coincidenza? se piove? se l'aereo cade? ma posso farcela???) non c'erano ieri e oggi eccoli qua, i dubbi e le domande di mamma quando ha deciso di non viaggiare più, meglio rimanere a casa tranquilli.
mi spavento un po' quando trovo queste corrispondenze ma inizio a capire. qualcosa di esemplarmente elementare, che nelle stagioni bisogna trovarcisi, per capirci qualcosa. che per parlare di freddo, bisogna stare a capo scoperto e senza guanti a -3°, per parlare di caldo tocca grondare di sudore, se non si è per un momento cane non si riesce a scodinzolare davanti ad un guinzaglio, se non si vivono le situazioni meglio stare zitti, perchè non possiamo capire niente, proprio niente.
e allora mentre mi faccio vecchia, provo ad essere, per un momento, foglia, terra, albero, animale, zingaro, giovane disoccupato, bambino fantasioso, vado alla manifestazione a mosca, poi faccio un salto a ny vestita da babbo natale, sono afghana ed egiziana, iraniana e giapponese. ci provo, almeno.
è questa la fiammella tremebonda che si accende? questo il senso?
mi porto gli  interrogativi in cucina, chè i broccoletti non aspettano.

venerdì 9 dicembre 2011

WTF

is goin' on with our new superheroes??

domenica 4 dicembre 2011

22/11/'63

 
narra una delle leggende familiari che nel mio periodo 3-5 anni nessuno, in casa mia, potesse sedersi senza che arrivassi io con un libro in mano e la pretesa che mi venisse letto all'istante (un incubo per adulti, dovevo essere, ripensandoci...)
forse la leggenda è vita vera perchè a tutt'oggi uno dei metodi più sicuri che ho per uscire da una realtà che a momenti mi stringe come uno strumento di contenzione è la lettura.
mi sistemo come il lettore di se una notte d'inverno un viaggiatore. divano comodo, cuscino dietro la schiena, gambe allungate, sigarette, accendino e posacenere a 20, massimo 30 cm., ventilatore puntato in faccia d'estate, copertina d'inverno, chiudo le ante del cervello ad interventi esterni (venditori portaapporta, cordless, cellulari, madrefigliocane: pape satàn, pape satàn aleppe!) e apro il libro.
negli anni alcune variazioni sul tema sono intervenute (dai 6 ai 20 niente sigarette peffortuna, da circa 6 anni invece occhiali, ahimè..) ma insomma più o meno il rito è sempre questo. no bevande o cibarie, chè il libro potrebbe macchiarsi, bagnarsi, ungersi e non sia mai. vietatissime le orecchie per tenere il segno nell'infausto caso qualcuno mi interrompa con qualsivoglia futilissimo motivo, il libro viene delicatamente poggiato aperto e rovesciato, si dedica un nanosecondo alla fastidiosa interruzione (cane A CUCCIA!, madre siediti qua che tra un po' arrivo, figlio CHECCIPPA te serve proprio mò??) si mette il cartello chiuso fermé closed cerrado e ci si immerge. divento intollerante, integralista, cattiva (cattiva io?? si si si si!!) non mi rompete che ho fatto tutto ciò che dovevo e ora sò impegnata.
apro la prima pagina e divento altro da me. e se sono fortunata cado in un non-luogo senza tempo nè doveri nè responsabilità. un altrove dove esistono solo i personaggi, i luoghi, le atmosfere, le parole, i paesaggi descritti nel libro. è un'esperienza (che non sempre si ripete, purtroppo) di alterazione della realtà che solo con un buon libro (o un buon concerto, o un buon film) riesco ad avere. divento una tossica, quando capita,  vorrei che il libro non finisse mai ma intanto corro, mi precipito verso la fine, anche se so che la fine aprirà il vuoto e tutto mi mancherà, proprio tutto. quando riemergo dal gorgo sono più sola ma anche più ricca.
ieri ho finito "22/11/63" del Re. non tutto mi ha convinto in questo libro, certo.
ma è altresì certo che per una settimanella scarsa io ho vissuto negli USA, negli anni '58-'63, ho abitato a Lisbon Falls, a Derry (ahhhh Derry e la ciminiera rovesciata...) a Fort Worth, a Dallas, a Jodie, ho guidato una sunliner, ho mangiato il pronghorn special (doppio cheese burger con patatine), ma soprattutto ho ballato il lindy hop, tadada da da da...in the mood...
perchè la danza è vita.
(ma anche musica e libri lo sono, altrochè!)

sabato 3 dicembre 2011

molte volte

mi trovo a pensare pensieri pseudo profondi, pseudo filosofici, pseudo antropologici, lo stato del Paese, le diseguaglianze, le ingiustizie sociali, il senso della vita (anche se a pensarlo così me mi vengono in mente subito i monty python), il futuro dei nostri figli.
epperò ci sono giorni in cui mi sento immanente e l'immanenza è visione di gioia. e la gioia per me si declina con poche parole, di cui una di queste è: MUSICA. oggi è arrivato un tweet carico carico di speranza. e allora me lo godo, questo giorno qui. al futuro del Paese penseremo lunedi. anzi no, martedi...