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domenica 4 dicembre 2011

22/11/'63

 
narra una delle leggende familiari che nel mio periodo 3-5 anni nessuno, in casa mia, potesse sedersi senza che arrivassi io con un libro in mano e la pretesa che mi venisse letto all'istante (un incubo per adulti, dovevo essere, ripensandoci...)
forse la leggenda è vita vera perchè a tutt'oggi uno dei metodi più sicuri che ho per uscire da una realtà che a momenti mi stringe come uno strumento di contenzione è la lettura.
mi sistemo come il lettore di se una notte d'inverno un viaggiatore. divano comodo, cuscino dietro la schiena, gambe allungate, sigarette, accendino e posacenere a 20, massimo 30 cm., ventilatore puntato in faccia d'estate, copertina d'inverno, chiudo le ante del cervello ad interventi esterni (venditori portaapporta, cordless, cellulari, madrefigliocane: pape satàn, pape satàn aleppe!) e apro il libro.
negli anni alcune variazioni sul tema sono intervenute (dai 6 ai 20 niente sigarette peffortuna, da circa 6 anni invece occhiali, ahimè..) ma insomma più o meno il rito è sempre questo. no bevande o cibarie, chè il libro potrebbe macchiarsi, bagnarsi, ungersi e non sia mai. vietatissime le orecchie per tenere il segno nell'infausto caso qualcuno mi interrompa con qualsivoglia futilissimo motivo, il libro viene delicatamente poggiato aperto e rovesciato, si dedica un nanosecondo alla fastidiosa interruzione (cane A CUCCIA!, madre siediti qua che tra un po' arrivo, figlio CHECCIPPA te serve proprio mò??) si mette il cartello chiuso fermé closed cerrado e ci si immerge. divento intollerante, integralista, cattiva (cattiva io?? si si si si!!) non mi rompete che ho fatto tutto ciò che dovevo e ora sò impegnata.
apro la prima pagina e divento altro da me. e se sono fortunata cado in un non-luogo senza tempo nè doveri nè responsabilità. un altrove dove esistono solo i personaggi, i luoghi, le atmosfere, le parole, i paesaggi descritti nel libro. è un'esperienza (che non sempre si ripete, purtroppo) di alterazione della realtà che solo con un buon libro (o un buon concerto, o un buon film) riesco ad avere. divento una tossica, quando capita,  vorrei che il libro non finisse mai ma intanto corro, mi precipito verso la fine, anche se so che la fine aprirà il vuoto e tutto mi mancherà, proprio tutto. quando riemergo dal gorgo sono più sola ma anche più ricca.
ieri ho finito "22/11/63" del Re. non tutto mi ha convinto in questo libro, certo.
ma è altresì certo che per una settimanella scarsa io ho vissuto negli USA, negli anni '58-'63, ho abitato a Lisbon Falls, a Derry (ahhhh Derry e la ciminiera rovesciata...) a Fort Worth, a Dallas, a Jodie, ho guidato una sunliner, ho mangiato il pronghorn special (doppio cheese burger con patatine), ma soprattutto ho ballato il lindy hop, tadada da da da...in the mood...
perchè la danza è vita.
(ma anche musica e libri lo sono, altrochè!)

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