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mercoledì 8 febbraio 2012

immaturità, forse.

leggo questo post qui e riemergono domande che ogni tanto mi pongo e che spesso scaccio via, da qualche parte. le scelte che ho fatto, riguardo l'assistenza ai miei vecchietti, sono state obbligate? avrei potuto agire diversamente? avrei potuto affidarli a qualcuno o qualcosa e proseguire serenamente sui miei maturi binari? mi rispondo di no, mi rispondo che ho scelto così perchè questo è il modo in cui posso sentirmi più tranquilla con me stessa (non mai del tutto tranquilla, ma insomma...)
significa questo che non ho mai reciso il cordone e quindi non sono mai effettivamente cresciuta? può essere, certo.  ma detto tra me e me, io ci credo davvero poco che coloro che si sono allontanati emotivamente e fisicamente dai propri genitori siano tutte persone "cresciute" e libere. perchè loro, i nostri genitori, tornano sempre. tornano alla mente quando invecchiamo e forse iniziamo a comprenderli meglio. tornano alla mente quando ripensiamo alla nostra infanzia, di cui loro sono stati i custodi e che quando non ci sono più , e non ci sono fratelli o sorelle, perde i testimoni. tornano quando ripensiamo ad alcune nostre virtù o difetti, e ripensare a loro è un po' come guardarsi allo specchio. "I am myself, like you somehow".
e allora quando penso queste cose sono contenta di avere vicino a me la mia vecchietta, di poterle fare uno strillaccio o una carezza e non mi importa neanche troppo ormai che lei non sappia chi sono,  mi basta  vedere il suo sorriso, di quando in quando.

1 commento:

  1. Il tuo post, questo post, è così bello e commovente che tutte le mie parole di stamattina mi paiono adesso superflue. Ecco, questo volevo dire: quello che hai scritto tu. Un po' di cose che non fanno "mercato", ma per cui, alla fine, siamo o non siamo felici.

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