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domenica 25 marzo 2012

jazz

come tutte le persone che mi conoscono bene sanno, la musica è una componente essenziale della mia vita. è stata ed è oggi ancor di più, felicità profondissima, soccorso, ascesi, oblio e ricordo, gioia, gioia pura. le mie sorelle sanno che se dovessi essere, un giorno, confinata in un reparto di terapia intensiva, io vorrei le cuffie alle orecchie, con la mia musica.
fermo restando la passione esssaggerata che ho per il rock, ascolto e trovo qualcosa praticamente in ogni genere di musica, persino in quella sorta di rumore terrifico che ascolta e suona mio figlio. tutto quindi, tranne il jazz.
io lo detesto il jazz. mi fa venire il prurito, alcuni suoni li trovo addirittura urticanti, mi provocano malessere fisico e sudori freddi e bolle.  siccome che però sono sempre nella fase in cui ad ogni questione irrisolta voglio trovare una risposta, mi chiedo il perchè. perchè mai detesto il jazz? francamente non lo so. ma se ci penso, forse trovo una risposta nella mia giovinezza. il mio sabato e la mia domenica non assomigliavano granchè ai sabati ed alle domeniche dei ragazzi di oggi. per solito funzionava così: ci si vedeva a casa di una mia grande amica, un gruppazzo di scoglionati diciassettenni e poi diciottenni  e poi ....fino ai 21-22. alle volte la sera si usciva ma perlopiù il pomeriggio lo passavamo a casa di G., stravaccati sui divani, ad ascoltare la musica. quasi ogni settimana avevamo una novità da ascoltare e il rock entrava nella stanza e ci portava via, nelle città d'america, nelle backstreets, in quella west coast che poco tempo dopo avremmo calpestato, G. ed io. fin quando al ragazzo di G. venne in mente di imparare a suonare la chitarra e sviluppò l'insana malattia del jazz. volevo bene a questo ragazzo, buono, buffo, gentile. epperò da quel giorno in poi, per anni, nella stanza fu solo jazz. pat metheny, sonny rollins, charlie parker, max roach, tutti, tutti li abbiamo ascoltati. e a nulla serviva emettere un flebile lamento, chiedendo pietà, chiedendo crosby, springsteen, young, browne, niente.
poi ci siamo persi, il gruppo di scoglionati ed io (ma G., lei c'è sempre...). non ho più ascoltato un disco nè  sono stata ad un concerto jazz. perchè lo detesto io, il jazz.

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