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giovedì 25 giugno 2009

notizia è l'anagramma del mio nome

già da un paio di primavere le nostre eroine lo inseguivano invano.
erano state là là per una storica trasferta a latina, l'anno passato, poi circostanze avverse le avevano indotte alla resa.
ma quest'anno...ambè, quest'anno sia mai ce lo perdiamo! l'appuntamento è all'olimpico, oh rega, mica cippe, all'olimpico, quello dove non molto tempo fa UNA squadra vinse la coppa itaglia, quello sovrastato dalla madonnina, quello dove tra na mesata suonerà un mandriano di oltreoceano, ma intanto stasera c'è LUI!!!!
arriviamo allo stadio in perfetto orario, già c'abbiamo pronta la scappatoia nel caso, molto probabbile, che l'età media delle spettatrici sia inferiore ad anni 12 "accompagno mia nipote, che i genitori da sola non la mandano", le comprerei anche il cerchietto completo di due tenerissime orecchie brillanti di intermittente luce rosa ma sò andate a ruba e nun ja fo.
tant'è, entriamo, distinti sud-ovest e un tripudio di luci e colori ci accoglie, insieme a una folla di squinzie accompagnate da genitrici/fidanzati (perplessi ma condiscendenti), la curva sud è gonfia, il pit ribolle, il palco è gigantesco. si montano delle enormi lenzuola bianche, che poi salgono salgono salgono a formare un sipario che pare una vela, c'è la luna nuova, si fa buio, sui maxischermi appaiono delle luci che parono le spade di guerre stellari...
CHE LA FORZA SIA CON NOIIIII e arriva LUI!!!!!!!
di nero vestito, con scarpe da ginnastica, gli occhi lustri che spaziano sul suo pubblico, acclamante, si va a incominciare.
non ci facciamo mancare niente, ci sono le coriste, due chitarristi (di cui uno, attenzione, discretamente notevole), il bassista, le tastiere, il batterista di new york city (mica di acilia, ambè), i ballerini di break dance. e qui si apre un capitolo, perchè, rega, i ballerini di break sò uno spettacolo per gli occhi. fanno delle robe ma delle robe che la metà basta, zompano e arimbalzano che solo le pallette pazze della mia infanzia, se intorcinano con le gambe intorno a una sedia, tu tieni d'occhio la croce rossa madechè, dici che se sfragneno? madechè sò no spettacolo nello spettacolo e LUI balla con loro, ancheggia, hip hoppa, brekka. lo stadio è in piedi, esultante. tutti cantano (che magari se riuscisse anche a sentì un po' mejo LUI, visto che amo pagato...). le squinzie le sanno tutte. e quando dico tutte intendo proprio tutte tutte, mica come noartri che alle volte ce scordamo pure dei pezzi di born to run e biascicamo tipo albertone nostro, uats ammerreca. il repertorio viene snocciolato come un rosario, non manca proprio nulla, stop dimentica, serenere, rosso relativo, raffaella, indietro, perdono, fa pure la canzione che ha regalato a giusy e c'è pure il video di franco battiato che recita con LUI.
la sua voce è profonda, baritonale. ci ricorda la voce di eddie (perdonaci oh Signore) ed è forse questo il motivo per cui ci piace tanto. ci tiene pure a sottolineare che sta attento alle emissioni e che dopo li concerti pianta l'alberi, è ecologico LUI.
siamo confuse e felici (cit.), ci dimeniamo e cantiamo. LUI è commosso e in un tripudio generale chiude, dopo due ore e mezzo di toccante intensità, con tanto pe cantà. non se ne ha un'idea. pe fà la vita meno amara me sò comprata na chitara...taaaaanto pe cantà, perchè me sento un friccico ner core, taaaanto pe sognà perchè ner petto me ce naschi un fioreeeee, fiore de lillà che mariporti verso er primo amore che sospirava le canzoni mie e marintontoniva de bucie!!!!!!!!!!!!!!!!
un'onda, un mare, un'esaltazione collettiva.
è finito.
ce ne andiamo con le squinzie che trillano, i fidanzati stremati dalla prova ma soddisfatti, je l'hanno fatta, per almeno un par de giorni nun se litiga, le mamme accompagnatrici nostalgiche che rimembrano i loro primi concerti, di quando erano piccole sorcine, i papà lievemente isterici che per recuperare la prole stanno parcheggiati quasi sopra all'obelisco.
noi 2, stanche ma felici, risentiamo la registrazione e ci commuoviamo un po'. l'anno prox torniamo.
ma prima ci si iscrive al fan club.
che mica solo i pj fanno l'ingresso riservato ai fan...

venerdì 12 giugno 2009

musica

purchè ci sia musica, sempre...
questo è davvero il nostro motto, chè senza questa componente la nostra vita sarebbe infinitamente piu' triste e assolutamente molto molto piu' povera.
e ora proverò a spiegarvi, nell'ottica dell'amore assoluto per entrambi, come vivo la musica di bruce e la e-street e quella dei pj.
bruce è il modo in cui vorrei vivere la mia vita. con gioia, allegria, leggerezza, passione, commozione, divertimento, sempre e comunque. con gli amici al fianco, sempre.
i pj....bè, i pj, scoperti nel mezzo del cammin, sono stati una folgorazione. in principio è stata la voce di eddie, quella voce che mi arriva direttamente allo stomaco e mi tocca delle corde che quasi non sapevo di possedere.
e poi, con una delle poche doti che penso di possedere, la curiosità, mi sono addentrata, ho ascoltato, letto, ascoltato, guardato, ascoltato.
e mi pare di aver capito una cosa, mentre li ascoltavo sul treno che da milano mi riportava a casa.
i pj SONO la mia vita. quello strano miscuglio di rabbia per le ingiustizie sociali, voglia di cambiare, ribellione, quell'impulso a voler fare qualcosa, a muoversi (you can't be neutral on a moving train...) quell'esortazione a voler vivere il presente pur combattendo contro i "past regrets" e realizzando che davvero you are the only one who can forgive yourself, quella sensazione di affondare, alle volte i'm spinning, ma ci metto la rabbia e la forza e mi ritiro su, quell'ostinazione che dopo qualche tortorata mi fa comunque strillare che si i'm still alive, quella partecipazione ai drammi delle singole vite, anche distanti da me, anche diverse dalla mia, quell'estrema dolcezza che alle volte mi appartiene, e quella testardaggine che lotta a modo suo contro la rassegnazione, la banalità, il silenzio, l'arroganza del potere, la prepotenza del potere, quella voglia di purezza e spiritualità, cercata nella natura, got me a big wave, ride me a big wave, got me a big wave, quel realismo arrabbiato e insieme quella voglia di poesia.
quell'urlo che è dentro di me. quell'urlo.
i pj sono me.
Large fingers pushin' paint...
You're God and you got big hands...
The colors blend...
The challenges you give man...
Seek my part...devote myself...
My small self...like a book amongst the many on a shelf...
Sometimes I know sometimes I rise
Sometimes I fall sometimes I don't
Sometimes I cringe sometimes I live
Sometimes I walk sometimes I kneel
Sometimes I speak of nothing at all...
Sometimes I reach to myself, hear God...
qualche volta cerco me stessa, caro Dio.