Elenco blog personale

sabato 31 ottobre 2009

tartufi al cioccolato

100 gr di mandorle sgusciate
100 gr di nocciole sgusciate
100 gr di amaretti
100 di cioccolato fondente
rum

tostate le mandorle e le nocciole in forno, senza farle abbrustolire troppo.
Frullate tutti gli ingredienti, mescolateli perchè si miscelino per bene.
Inumidite il preparato con il rum (non troppo, in modo che si possano formare delle palline).
Passate le palline nel cacao amaro in polvere.
Ogni pallina verrà adagiata in un  appposito pirottino di carta (come si chiamano quei cosi dove si mettono i pasticcini? io li chiamo pirottini...).
Prendete quelli di vari colori, non bianchi.Faranno un effettone!

lunedì 26 ottobre 2009

la mia siaddl

precious moments, l'aveva scritto il caluccio qualche anno fa e l'ha scritto anche il padre del bimbo a cui eddie ha regalato il plettro.
e io lo so quali possono essere i miei momenti preziosi e perfetti. quando sono ai concerti. quando sono in viaggio. quando passo del tempo con mio figlio. quando sto con i miei amici.
ne consegue che in un periodo un po' del cazzo mi è partita la brocca e ho deciso che dovevo partire, tentando la tripletta viaggio, figlio, concerti.
pregando che nessuna delle mie variabili impazzite impazzisca definitivamente prima della partenza.
je la faccio anche stavolta. parto.

prima tappa philadelphia, della quale non vi dico nulla, se non che naturalmente siamo stati sulla scalinata di rocky, come ogni turista che si rispetti...(aggiungo che c'era molta piu' gente sulla scalinata di rocky che alla campana della libertà. forse vuol dire qualcosa, forsanche no...)

seconda tappa: siaddl.

LA CITTA'

arrivo in un pomeriggio di splendido sole, dall'aereo si vede la baia, lo skyline, il mount rainer innevato e boschi a perdita d'occhio. c'è una luce sfavillante e già al primo sguardo so che di questa città mi innamorerò.
ammetto di aver avuto fortuna, perchè in 6 giorni c'è stata pioggia (poca) solo il primo, gli altri 5 con sole smagliante, temperature estive, limpide viste da togliere il fiato.
vorrei fare moltissimi pellegrinaggi ma sono con mio figlio che pur essendo nu bravo guaglione NON è un jammer e mi sfotterebbe a fischio per tutta la vita se passassi il tempo a cercare tracce del passaggio dei nostri. perciò quando vedo un cartello stradale che indica la benaroya hall faccio l'indifferente e gli faccio "che dici, passiamo di qua?" col tono piu' scojonato che mi riesce di trovare. ma quando ci sono davanti, alla benaroya, il mio cuoricino prima perde colpi, poi esulta e LA FOTO!! VOGLIO UNA FOTO QUA DAVANTI!!! questo col tono piu' imperativo delle mie corde... la scritta che c'è sul muro "So long as the human spirit thrives on this planet, music in some living form will accompany and sustain it and give it expressive meaning" mi commuove pure, a dire il vero, poichè è la perfetta sintesi di ciò che la musica rappresenta per la vita mia e di tanti altri. me la guardo, la benaroya, e mi sembra impossibile essere qua davanti, e mi sembra impossibile che ESISTA davvero e non sia uno di quei luoghi immaginari e meravigliosi partoriti dalla mia mente malata mentre usura con troppi ascolti un certo qual cd. e invece c'è, e io sono qui...
questa sensazione di incredulità mi accompagnerà nei giorni a venire. mentre visito il pike place market, coloratissimo, divertentissimo, mentre guardo i salmoni, i tonni, i granchi giganti esposti sui banchi, i mazzi di fiori, dalie, girasoli, gigli, le grida dei venditori che si tirano i pesci e fanno teatro davanti agli avventori; mentre in barca attraverso la baia sfolgorante e guardo lo skyline, lo space needle, le barchette, il seattle center; in certe sere di tramonti omicidi, col cielo rosa e una liquida luce celeste turchese, con l'acqua solcata da vele e nella testa le note di bye bye blackbird; in una spiaggia solitaria in cui ci siamo solo io, mio figlio, gabbiani, conchiglie, casette con la bandiera americana, insenature di verde scuro, la sabbia sotto i piedi, il rumore quieto delle onde; mentre passeggiando di colpo mi ritrovo davanti a un muro su cui è disegnata la copertina di backspacer, enorme!! e sull'altro lato del muro c'è scritto just breathe e io in questi giorni sto facendo questo, sto respirando, a pieni polmoni, l'aria e la luce e le mie emozioni. c'è un negozio di dischi, dietro quel muro. e le pareti sono tappezzate di locandine di concerti, mother love bone, green river, pearl jam per ogni dove. e io non so dove guardare, non so cosa fotografare, non me ne andrei mai, sono tentata di chiedere asilo politico al proprietario, posso abitare qui dentro per sempre per favore??? mi faccio una cuccetta da una parte e non dò fastidio, prometto.
le strade dello u-district, il quartiere dell'università, con gli alberi che iniziano il foliage e il palazzo della university of washington, studenti paciosi, la avenue, the ave, piena di negozietti e librerie, e il ponte che porta a downtown che si apre per far passare le barche.
le villette di queen anne, il quartiere in collina da cui in ogni casetta mi aspetto di vedere uscire matt dillon o bridget fonda, giardini curati e pieni di fiori, scuole meravigliose, studenti che fanno ginnastica in prati enormi, ogni professore con una stanza per sè. penso alle nostre, di scuole e mi chiedo se sia solo apparenza, mi chiedo se dietro questa perfezione si nasconda un serial killer, se in questi giardini siano nascosti cadaveri, è possibile che questa bellezza, questa serenità sia tutta reale? me lo domando mentre guardo gli abitanti aggiustare tetti, ridipingere i muri, potare, fare i lavori prima che arrivi l'inverno.
e poi c'è l'easy street record, altro muro metà con la copertina di ten, metà col batterista nello spazio, nel parcheggio un furgoncino. sulla ruota di scorta c'è scritto in grande e in rosso pearl jam. entro, già senza fiato. nel negozio backspacer è ovunque. nel negozio backspacer è primo in classifica.
pieno di gente, pieno di magliette dei pj e altro, pieno di poster, c'è un ragazzo tatuato, aspè aspè, cosa c'è sul suo braccio?? binaural e sto tatuaggio è uguale a uno che avevo visto online mentre cercavo un disegno per il mio, e sull'altro braccio c'è lollapalooza e sulla sua maglia, bellissima, c'è un cerchio e intorno al cerchio c'è scritto eddie, jeff, mike, stone, matt. LA VOGLIO PURE IO!!!!!!! ma sò timida e mi vergogno a chiedere. lo seguo, forse lui penserà che io sia na pazza perchè lo seguo e lo guardo e cerco di sbirciare i suoi tatuaggi.
io credo di essere una persona normale ma in certe occasioni esce il mio alter ego da maniaca, come quando guardo estasiata un cartello che dice semplicemente di dare la precedenza, un semplice cartello stradale, per molti, non per me...
mrs hide esce pure dopo l'acquisto di un collarino per la mia cana (indovinate un po' come si chiama? ahò...) guardo la targhetta e con tono intimidatorio dico a mio figlio NON BUTTARLA!! perchè sopra c'è scritto...corduroy..si vabbè velluto a coste. per molti. non per me.

altri scorci: gente che suona davanti al primo starbucks del mondo, giocolieri, rappresentazioni tra il teatro e la danza, in mezzo alla strada. skateboard, dappertutto.
gabbiani che magnano le patate fritte, tutti in ordinata fila sul molo di fianco ad un ristorante, pinkie, la foca dell'acquario, che ha negli occhi una dolcezza extraterrena, nemo e il papà.

alla fine non so se lo immagino io, perchè è il mio stato d'animo di questi giorni, ma questa città è pervasa da un'aria di serenità, di "lentezza" nel senso piu' elevato del termine, la vita vissuta nella pienezza degli attimi, tranquilla, gioiosa. nessuno corre, nessuno è frenetico, c'è gentilezza e apertura, c'è ingenuità. io l'ho percepita così, come ci fossero solo occhi di bambini, curiosi, svegli, senza malizia nè cattiveria, spalancati su questo mondo.
a pioneer square c'è una statua del capo seattle e le sue parole sulla natura e sul modo di farne parte con rispetto, senza distruggerla, sugli alberi e sugli animali, mi pare che questa città le abbia fatte parte di sè. ma forse è solo l'impressione di una turista entusiasta.

I CONCERTI

sto in vacanza, cammino, mi vedo un sacco di bei posti, magno un bel po' di schifezze, cosa voglio di piu' dalla vita?
un concerto, per esempio. e difatti è il 21. io e la creatura siamo in giro. si fa l'1, si fanno le 2 e io inizio a scalpitare. cerco di non darlo a vedere, guardo l'ora, fibrillo.
allora tento la sorte e provo l'avvicinamento al seattle center, adducendo la scusa della visita allo space needle. ma mi fijo me conosce e non si fa ingannare neppure per un momento. vogliamo andare a prendere i biglietti mà? mi dice rassegnato. è nu bravo guaglione, ve l'avevo detto...
e così andiamo. il seattle center è qualcosa di bello, c'è il museo della musica, in un edificio disegnato da gehry, c'è per l'appunto, lo space needle, ci sono il museo della scienza e l'international fountain, il tutto circondato dal verde, e c'è, attenzione, la key arena. vedo la chiave rossa e mi esalto.
allo sportello del ten club c'è un po' di fila, nella fila anche il bee boy australiano avvistato nel mini tour europeo.
prendo i biglietti, 3 fila. per un attimo il cuore smette di battere. 3 fila???? poi realizzo che è si terza fila, ma non parterre, gradinata, e i battiti ricominciano, un po' delusa ma manco troppo. abbiamo i biglietti e sono circa le 3,30. vabbè ora che famo? perdiamo tempo, gironzolando per i dintorni. vedendo i buddisti che invitano alla meditazione e alla pace, tutti seduti sul prato a gambe incrociate e occhi chiusi, tanta gente si unisce e mormora l'om.
ci sdraiamo vicino all'international fountain, bellissima, una fontana da cui esce musica oltre che acqua, bambini che si fanno il bagno dentro, c'è il sole, ah, la pace dei sensi è forse questa.
come niente si fanno le 6,30. ci alziamo e vediamo una fila. io come vedo una fila vengo colta dalla pericolosa e perniciosa sindrome fila, così chiedo "per cosa è questa fila?" per il merchandising, mi viene risposto. ambè e io che sò finta?? purìo me metto in fila, naturalmente.
e arrivata al mio turno compro un po' tutto il mondo, che ciò da fà i compiti per l'amici, mica cavoli.
mi vengono consegnate senza busta, così vado in giro tipo vucumprà, con paccocciate di maglie in mano, nonchè il tubo del poster (ti pare che non prendo il poster??), alla ricerca del mio posto.
bei posti (tipo londra), ottima visione del palco, arena semivuota eppure sta per iniziare ben harper mica gigi d'alessio. e del resto stiamo all'ammereca.

il set di ben harper mi piace ma non mi entusiasma. dopo 2-3 canzoni per quanto mi piaccia mi pare un po' sempre la stessa zuppa. (mi scusino i fans di ben!)

e poi aspetto che scendano le onde e invece appare la tastiera illuminata e io mi guardo intorno e un minuto fa era vuota e un minuto dopo, incredibilmente l'arena è stracolma, in ogni ordine di posto. ed eccoli, eccoli!! la mia preoccupazione che i vicini di banco vogliano stare seduti svanisce in un attimo, tutti, ma proprio tutti sono in piedi...
andiamo a incominciare, con long road  e via andare con corduroy, gonna see my friend, got some, hail hail, amongst the waves e ammè i pezzi di backspacer già mi piacevano in disco, dal vivo mi emozionano debbrutto...che dire? che in questi momenti, perdonatemi la bestemmia, vorrei avere vicino oltre a mio figlio anche qualcuno che provi esattamente ciò che provo io, che capisca l'emozione, l'esaltazione, che all'attacco di off he goes quando io grido per l'appunto "OFF HE GOESSSSSSSSSSSSSS" non mi guardi con l'occhio incredulo della creatura che sembra dire si vabbè, e quindi?? e allora gli spiego che questa è la prima canzone che ho ascoltato dei peggèm, e dopo mi sono persa e devo ancora tornare...
eddie che chiede a qualcuno di consegnare il suo plettro al bimborillo in platea, quanti anni hai chiede, 7? 8? magari ne hai 14... e ride...
just breathe coi fiati (e matt che va a dare un bacio alla moglie) io la trovo stupenda. eddie che dice ieri, 20, era tanto contento perchè? per l'uscita del disco, naturalmente. inside job (io la amo, sta canzone), rvm, potentissima e il pubblico è in delirio e io chevelodicoaffà, in visibilio.
2 encore con betterman iniziata da tutta l'arena in coro, real me con quartetto locale , indifference, eddie dice che è bello vedere intorno tanti visi di amici e per finire alive. andate in pace, che domani ne famo n'altro e io ci sarò, ah se ci sarò...

l'indomani, 22, la giornata la passiamo in giro, chè tanto stavolta purtroppo niente biglietti ten clubbe, staremo in braccio a san pietro e perciò se vedemio siaddl.
quindi prima di entrare andiamo a magnà, se famo il santo birrozzo e con calma entriamo alla maniera degli indigeni. prendiamo posto in paradiso, però ci si contenta, il palco si vede bene anche se dall'alto, eddai. ci sediamo e i nostri vicini si presentano, ciao io sono kevin, io sono gabriel, machedavero qua ci si presenta?  io sono stefania, vengo dall'italia. DALL'ITALIA???? sono emozionati loro per me e io per me, inutile dirlo...
si inizia con sometimes, e io l'adoro e io mi ci sento dentro a questo pezzo. bene, dai primi brani già capisco che questo concerto sarà ancora piu' bello del precedente e dissident e faithfull (come non esserlo, quando nella vita ti può capitare di ascoltare la band che ami nella loro città??) e lukin, tutti ma proprio tutti impazziti e not 4 u e poi tra i vapori della mia felicità mi arriva la voce di eddie che mi pare dica no way no fucking way.... NO WAY??????????? NO WAY????????????????????????????????  e io mando un urlo come un maialino prima di andare al macello (la creatura mi guarda esterrefatta...) e io me l'ero scordata quasi no way e quanto cazzo è meravigliosa dal vivo???? la chitarra di stone è STU PEN DA e a sto punto posso morire felice. ma invece resisto e ne vale la pena perchè fanno insignificance e present tense. a un certo punto eddie dice che è talmente stupido che non si possa bere nè fumare nell'arena (lui tanto fa sia l'una che l'altra cosa, al solito) "ma come si può??" (è vero, non permettono alcolici, ci sono pure alcuni personaggi con una pettorina che dice controllori dell'alcol!!) e invita tutti a gridare in coro "one fucking beer!!!" e tutti, ovviamente, sono d'accordo e gridano...poi go e black, eddie ci fa cantare la strofa finale why whyyyyyyyyyyyyyy, giurerei che tutti siano in paradiso e invece mi volto e alla mia destra c'è una tipa che sta dormendo!! ommioddio, dorme davvero! ma dico vi pare mai possibile?? mavvaffanculova, e difatti dopo un po' se ne va davvero, in quel posto là, vai, che non li meriti. e poi spin che ci fomenta alla grande, dedicata da ed all'easy street record (le fotine, ve le ho mandate, è davvero un bellissimo, meraviglioso negozio!!) e supersonic che al terzo ascolto dal vivo inizia a prendermi e porch e poi eddie dice che domani, 23 settembre, è il compleanno della sua bambina e di....udite udite....bruuuuuuuuuuceeeee!!!!!! tutto il pubblico inizia il coro brus brus brus brus e ammè, chevelodicoaffà, viene da piagne. a bruce viene dedicata real me, spettacolo.  poi yellow ledbetter (caluccio, dove sei??) e per finire assolo fantastico di mike, star spangled banner e mentre il pubblico emozionatissimo sta quasi sull'attenti io me li guardo, mike suona ispirato, stone e jeff se la chiacchierano e sembrano contentissimi, bum sta da una parte e muove il crinierone a tempo, matt si unisce ai primi due e poi arriva eddie e quando mike finisce tutti e 6 vengono là davanti, abbracciati e il tempo si ferma per me, loro ci guardano, noi li guardiamo e li ringraziamo, ma troppo troppo, di esistere e di regalarci la loro musica.

mi chiedo quando li rivedrò. non sarà tra molto tempo.
noi li aspettiamo.

sabato 17 ottobre 2009

crostata di pere e pinoli

Pasta frolla

2 uova + 1 tuorlo
180 gr di zucchero
450 gr di farina
180 gr (metà burro e metà olio di semi)
1/2 bustina di lievito
1 pizzico di sale
buccia di limone grattugiata

Ripieno

5 pere
pinoli

Prepari la pasta frolla seguendo il solito procedimento.
La lasci riposare in frigo per un'oretta.
Poi prepari le pere a fette, le metti in padella  con un cucchiaio di zucchero e le fai cuocere per 10'.

Ricopri il fondo del piatto da forno con della pastafrolla (circa 2/3), alzandola un pò sui bordi, metti dentro le pere e i pinoli
(quantità a piacere) e ricopri con un disco di pasta frolla (puoi stenderla con il mattarello, su un foglio di carta forno e poi
capovolgerlo sopra alla crostata).
Bucare la superficie con una forchetta.

Cottura a 160° circa per 35/40 minuti..

sabato 10 ottobre 2009