Per dei biscotti molto semplici, basta preparare la pasta frolla, la ricetta
che vi ho dato per la crostata.
La stendete col mattarello spessa circa 1/2 cm, poi ritagliate con le formine.
Prima di infornarli, potere guarnirli con dei granelli di zucchero o con un pò
di marmellata o cioccolata appoggiata al centro del biscotto.
Infornare per 10' circa (poi controllate la cottura, devono essere dorati in
superficie.
ANICINI
Dose per 80 biscotti circa
80 gr di anici o un cucchiaio di mistrà
2 bicchieri (quelli di carta) di olio di semi
2 "
" "
" " di vino bianco
2 "
" "
" " di zucchero
1kg di farina
1/2 bustina di lievito
Cottura: 20' a 170° (controllare)
Lavorare l'impasto e fare piccoli rotoli, poi tagliare in segmenti da 15
cm circa ognuno e dare la forma che si vuole ( ogni pezzetto può essere piegato
in due e intrecciato oppure curvato a ferro di cavallo, unendo le due
estremità)
Infine passare nello zucchero e infornare.
Hanno un sapore fantastico.
BISCOTTI CIOCCOLATO E NOCI
Dose per 18 biscotti (vengono piuttosto grossi)
120 gr di zucchero di canna
60gr di zucchero bianco
120 gr di burro
1 uovo
1/2 cucchiaino di essenza di vaniglia (o vanillina in polvere)
180 gr di farina
1/2 cucchiaino di bicarbonato di sodio
90 gr di noci tritate in modo grossolano
120 gr di cioccolato (al latte o fondente, in base alle preferenze) in scaglie
o gocce
In una ciotola mescolare il burro, l'uovo, la vaniglia, e i due tipi di
zucchero. In seguito unire farina e bicarbonato, poi noci e scaglie di
cioccolato. Preparare il piatto del forno con la carta (da forno) e metterci su
l'impasto a cucchiaiate distanziate 2 o 3 cm l'una dall'altra.
Infornare a 160° per 10/12 minuti (risulteranno piuttosto scuri per la presenza
dello zucchero si canna.
Anche questi sono deliziosi.
BISCOTTI SARDI (TIPO SAVOIARDO)
3 uova
400 gr di farina
170 gr di zucchero
70 gr di burro
1 limone grattugiato
1 bustina di lievito
Preparare l'impasto (viene tipo pasta frolla) e dividerlo a metà.
Spianare col mattarello una parte alla volta, spessa 1/2 cm circa
Tagliare delle striscie larghe 3 cm circa e da ogni striscia i singoli biscotti
lunghi 10 cm.
Prima di infornare, ogni boscotto deve essere passato nel (o spennelato con) il
bianco dell'uovo leggermente sbattuto e poi nello zucchero .
Cuocere a 180° per 10' circa (devono acquistare un bel colore dorato per averli
croccanti o meno per averli più morbidi)
Elenco blog personale
domenica 20 dicembre 2009
martedì 17 novembre 2009
egg-nogg
6 tuorli - 1/2 tazza di zucchero - 2 tazze di panna - 2 tazze di brandy - 1 tazza di latte
sbatti bene i tuorli con lo zucchero ma bene bene e poi
piano aggiungi la panna e continui a girare il brandy e il latte, metti in
frigo :-) ricordati che essendo tutto fresco uova latte panna non dura molti
giorni!!
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RICETTE
sabato 14 novembre 2009
torta di mele della festa
per la pasta biscuit:
3 uova
3 cucchiai d'acqua
150 g di zucchero
1 bustina di zucchero vanigliato
80 g di fecola
80 g di farina
1 cucchiaino di lievito in polvere
3 cucchiai d'acqua
150 g di zucchero
1 bustina di zucchero vanigliato
80 g di fecola
80 g di farina
1 cucchiaino di lievito in polvere
per la crema di panna:
3 tuorli
succo di 1/2 limone
buccia di limone
3 cucchiai di latte
2 cucchiai di zucchero
5 fogli di colla di pesce
1/4 di l panna
3 tuorli
succo di 1/2 limone
buccia di limone
3 cucchiai di latte
2 cucchiai di zucchero
5 fogli di colla di pesce
1/4 di l panna
per il ripieno di mele e la decorazione:
8-9 mele
acqua
2-4 cucchiai di zucchero
succo di 1 limone
1 pacchetto di gelatina da copertura
1 cucchiaio di uvetta a piacere
8-9 mele
acqua
2-4 cucchiai di zucchero
succo di 1 limone
1 pacchetto di gelatina da copertura
1 cucchiaio di uvetta a piacere
1) Lavare e sbucciare le mele e tagliarne sei a quarti.
Scottare brevemente i quarti in poca acqua leggermente zuccherata, senza
scuocerli e con l'aggiunta del succo di limone. Scaldare brevemente le altre
mele tagliate a fettine nello sciroppo, senza farle bollire.
2) Per la pasta biscuit prendere le uova e dividere tuorlo
ed albume. Poi montare i bianchi a neve ferma con l'acqua fredda, quindi
incorporare delicatamente lo zucchero e lo zucchero vanigliato. Aggiungere
delicatamente i rossi d'uovo, la farina e la fecola mescolate con il
lievito.
Imburrare il fondo di una tortiera a cerniera, versare il composto ed infornare per 35 min. a 200°.
Togliere dalla forma e lasciare raffreddare.
Imburrare il fondo di una tortiera a cerniera, versare il composto ed infornare per 35 min. a 200°.
Togliere dalla forma e lasciare raffreddare.
3) Per la crema ammorbidire i fogli di colla di pesce in
poca acqua fredda. Mettere in una pentola tuorli, succo di limone, buccia di
limone, latte e zucchero, buccia di limone, latte e zucchero e sbattendo con la
frusta portare quasi fino all'ebollizione a fuoco basso.
Togliere dal fuoco ed aggiungere alla crema la colla ben strizzata sciogliendola con cura. Lasciare raffreddare. Montare la panna con un po' di zucchero ed incorporarla delicatamente alla crema quasi fredda.
Togliere dal fuoco ed aggiungere alla crema la colla ben strizzata sciogliendola con cura. Lasciare raffreddare. Montare la panna con un po' di zucchero ed incorporarla delicatamente alla crema quasi fredda.
4) Sgocciolare i quarti di mela e tagliarli a cubetti.
Dividere il biscuit a metà, stendere un primo strato sul fondo della tortiera.
Distribuirvi sopra metà della crema preparata, poi i quarti di mela e infine la
crema rimasta. Adagiarvi sopra il secondo strato di biscuit premendo leggermente.
5) In ultimo decorare la torta con le mele a fettine
disposte a raggera ed eventualmente con qualche chicco di uvetta. Bollire 1/8
del succo ottenuto dalla cottura delle mele con l'aggiunta di due cucchiai di
gelatina da copertura. Distribuire lo sciroppo a cucchiaiate sopra le mele e
lasciar raffreddare. Infine liberare la torta dal cerchio esterno e decorare il
bordo con scaglie di mandorle o granella di cioccolato.
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RICETTE
martedì 10 novembre 2009
la passeggiata delle 7,45
stamattina, dopo 3 giorni di acqua, si intravede un po' di cielo. io
sto in orario (o' miracolo!!) e perciò gambe in spalle, si va in uffizio
a piedi. nel lettore cd ho posizionato mansfield, 3 lullio 2003.
se mi ferma la polizia mi costituisco, non è l'originale. accendo, e la giornata inizia bene perchè quando imbocco il ponte eddie mi sta cantando una meravigliosa versione del patriota (che poi sta canzione io la amo, non solo perchè è di stefano piccolo, ma proprio perchè la trovo bella bella), il ponte è vagamente scivoloso, ce stanno le foglie morte (no, non è na citazione...) e le scagazzate degli amabili uccelli cagoni (che se magneranno per cena, io mi chiedo???), ma i love my country, cagatine incluse, e quindi procedo spedita evitando fratture del femore (che alla mia età sò pericolose, come è noto). via della scrofa con once, (una volta, si una volta controllavo me stessa, ora chi può dirlo), giro per via giustiniani, cantando lo specchietto retrovisore, esaltandomi come di consueto mentre aspetto l'esplosione di saw things e meno male che le vedo piu' chiaramente le cose, così evito per un pelo di pestare il triste cadaverino di una pantegana spalmata sui sampietrini. il pantheon di mattina presto, in tutto il suo splendore, la piazza semideserta, i palazzi di quei colori pastello celeste, ocra, mattone, che a me piacciono tanto, la bouganvillea enorme che ricopre il mc donald (e meno male, ndr).
piazza di pietra, anch'essa semivuota e stupenda la attraverso in compagnia di driven to tears, mi illanguidisco e non va bene perchè dopo la realtà surreale di una fontana di trevi quasi senz'acqua (le monetine, stanno raccogliendo una paccocciata di monetine, sotto l'occhio vigile dei pizzardoni, bè vigile è na parola grossa...), dopo LA fontana, dicevo, c'è da faticare, c'ho da arrampicare il colle, mica briscole (e fuma sa, che poi sali du gradini e sputi l'anima).
ma c'è corduroy e prenderò la strada piu' difficile, questa è profezia vera, mentre arranco sui gradini del quirinale e arrivo sulla piazza provata ma ancora in vita. due solitari giapponesi fanno le fotografie del panorama, il cuppolone, il gianicolo, io mi avvio verso i giardini, e in un tripudio di foglie gialle giu', cielo grigio su (ma mica poi tanto grigio daje, contentamose) io festeggio col soldato dell'ammore, trascinata dall'allegria, lay down your arms and surrender to me, baby lay down your arms e sono arrivata a destinazione.
dopo questo inizio di giornata prometto di non digrignare i denti quando aprirò la posta lavorativa e troverò l'esima inutile mela dei Capi.
se mi ferma la polizia mi costituisco, non è l'originale. accendo, e la giornata inizia bene perchè quando imbocco il ponte eddie mi sta cantando una meravigliosa versione del patriota (che poi sta canzione io la amo, non solo perchè è di stefano piccolo, ma proprio perchè la trovo bella bella), il ponte è vagamente scivoloso, ce stanno le foglie morte (no, non è na citazione...) e le scagazzate degli amabili uccelli cagoni (che se magneranno per cena, io mi chiedo???), ma i love my country, cagatine incluse, e quindi procedo spedita evitando fratture del femore (che alla mia età sò pericolose, come è noto). via della scrofa con once, (una volta, si una volta controllavo me stessa, ora chi può dirlo), giro per via giustiniani, cantando lo specchietto retrovisore, esaltandomi come di consueto mentre aspetto l'esplosione di saw things e meno male che le vedo piu' chiaramente le cose, così evito per un pelo di pestare il triste cadaverino di una pantegana spalmata sui sampietrini. il pantheon di mattina presto, in tutto il suo splendore, la piazza semideserta, i palazzi di quei colori pastello celeste, ocra, mattone, che a me piacciono tanto, la bouganvillea enorme che ricopre il mc donald (e meno male, ndr).
piazza di pietra, anch'essa semivuota e stupenda la attraverso in compagnia di driven to tears, mi illanguidisco e non va bene perchè dopo la realtà surreale di una fontana di trevi quasi senz'acqua (le monetine, stanno raccogliendo una paccocciata di monetine, sotto l'occhio vigile dei pizzardoni, bè vigile è na parola grossa...), dopo LA fontana, dicevo, c'è da faticare, c'ho da arrampicare il colle, mica briscole (e fuma sa, che poi sali du gradini e sputi l'anima).
ma c'è corduroy e prenderò la strada piu' difficile, questa è profezia vera, mentre arranco sui gradini del quirinale e arrivo sulla piazza provata ma ancora in vita. due solitari giapponesi fanno le fotografie del panorama, il cuppolone, il gianicolo, io mi avvio verso i giardini, e in un tripudio di foglie gialle giu', cielo grigio su (ma mica poi tanto grigio daje, contentamose) io festeggio col soldato dell'ammore, trascinata dall'allegria, lay down your arms and surrender to me, baby lay down your arms e sono arrivata a destinazione.
dopo questo inizio di giornata prometto di non digrignare i denti quando aprirò la posta lavorativa e troverò l'esima inutile mela dei Capi.
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SPROLOQUI IN LIBERTA'
venerdì 6 novembre 2009
dolce al caffè
3 uova
200 g di zucchero
300 g di farina
1 vasetto di yogurt al caffè
1/2 vasetto (quello dello yogurt come misura) di olio di semi
2 cucchiai di cacao amaro
1 bustina di lievito
Cuocere, al solito, per 30' circa a 160°
Una volta tirata fuori dal forno e fatta un pò raffreddare, la torta deve essere tagliata a metà e farcita con un cremina composta da:
250 g di mascarpone
caffè (a piacere)
zucchero a velo (a piacere)
200 g di zucchero
300 g di farina
1 vasetto di yogurt al caffè
1/2 vasetto (quello dello yogurt come misura) di olio di semi
2 cucchiai di cacao amaro
1 bustina di lievito
Cuocere, al solito, per 30' circa a 160°
Una volta tirata fuori dal forno e fatta un pò raffreddare, la torta deve essere tagliata a metà e farcita con un cremina composta da:
250 g di mascarpone
caffè (a piacere)
zucchero a velo (a piacere)
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RICETTE
insalata di pollo con mele e noci
Per 4 persone
500g di petto di pollo
100 g di maionese
un cucchiaino di curry
una mela verde
100 g di ravanelli (io non li ho messi perchè non mi piacciono)
4 fette di pan carrè
200 g di soncino (o anche un altro tipo di verdura per insalata)
8 cucchiai di olio extravergine d'oliva
sale, pepe (del pepe si può anche fare a meno, io lo uso pochissimo)
Occorre salare e pepare la carne (io di solito, una mezz'ora prima di cuocere il petto di pollo, lo metto a marinare con il limone) e cuocerla alla griglia o sulla bistecchiera di ghisa. Appena pronta deve essere tagliata a striscioline. Nel frattempo mescolare la maionese al curry, tagliare a fettine la mela, preparare i ravanelli, sempre a fettine, tritare grossolanamente le noci. Poi tagliare il pane a bastoncini (come fossero delle patate fritte) e friggerli in 4/5 cucchiai d'olio. Farli rosolare da entrambe le parti, poi scolarli e asciugarli. Distribuire nel piatto da portata il soncino, gli altri ingredienti preparati, le striscioline di carne ben disposte, salare e condire con l'olio rimasto. Accompagnare con i crostini di pane e la maionese al curry, servita in una ciotolina a parte.
Bon appétit!!
"La manualità del cucinare insegna anche ad assaporare un gusto lento del tempo, dunque i termini dell'ascolto, di parole e musiche, la colonna sonora della nostra vita: un' "inutile" chiacchierata, il narrare storie. Un enorme potenziale educativo, soparttutto dal punto di vista emotivo."
500g di petto di pollo
100 g di maionese
un cucchiaino di curry
una mela verde
100 g di ravanelli (io non li ho messi perchè non mi piacciono)
4 fette di pan carrè
200 g di soncino (o anche un altro tipo di verdura per insalata)
8 cucchiai di olio extravergine d'oliva
sale, pepe (del pepe si può anche fare a meno, io lo uso pochissimo)
Occorre salare e pepare la carne (io di solito, una mezz'ora prima di cuocere il petto di pollo, lo metto a marinare con il limone) e cuocerla alla griglia o sulla bistecchiera di ghisa. Appena pronta deve essere tagliata a striscioline. Nel frattempo mescolare la maionese al curry, tagliare a fettine la mela, preparare i ravanelli, sempre a fettine, tritare grossolanamente le noci. Poi tagliare il pane a bastoncini (come fossero delle patate fritte) e friggerli in 4/5 cucchiai d'olio. Farli rosolare da entrambe le parti, poi scolarli e asciugarli. Distribuire nel piatto da portata il soncino, gli altri ingredienti preparati, le striscioline di carne ben disposte, salare e condire con l'olio rimasto. Accompagnare con i crostini di pane e la maionese al curry, servita in una ciotolina a parte.
Bon appétit!!
"La manualità del cucinare insegna anche ad assaporare un gusto lento del tempo, dunque i termini dell'ascolto, di parole e musiche, la colonna sonora della nostra vita: un' "inutile" chiacchierata, il narrare storie. Un enorme potenziale educativo, soparttutto dal punto di vista emotivo."
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RICETTE
mercoledì 4 novembre 2009
pasta frolla
Nella pasta frolla io metto 3 hg di farina, 1 uovo+ 1 tuorlo, 120 gr di
zucchero, il limone grattugiato, 50gr di burro e 50 di olio di semi, 2
cucchiaini di lievito. A me così viene perfetta. Però poi dipende da quanto
sono grandi le uova ad esempio. Se è troppo morbida aggiungi pure un pò di
farina finchè l'impasto non ti sembra giusto, oppure ungiti le mani con un filo
d'olio, per lavorarlo meglio.
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RICETTE
sabato 31 ottobre 2009
tartufi al cioccolato
100 gr di mandorle sgusciate
100 gr di nocciole sgusciate
100 gr di amaretti
100 di cioccolato fondente
rum
tostate le mandorle e le nocciole in forno, senza farle abbrustolire troppo.
Frullate tutti gli ingredienti, mescolateli perchè si miscelino per bene.
Inumidite il preparato con il rum (non troppo, in modo che si possano formare delle palline).
Passate le palline nel cacao amaro in polvere.
Ogni pallina verrà adagiata in un appposito pirottino di carta (come si chiamano quei cosi dove si mettono i pasticcini? io li chiamo pirottini...).
Prendete quelli di vari colori, non bianchi.Faranno un effettone!
100 gr di nocciole sgusciate
100 gr di amaretti
100 di cioccolato fondente
rum
tostate le mandorle e le nocciole in forno, senza farle abbrustolire troppo.
Frullate tutti gli ingredienti, mescolateli perchè si miscelino per bene.
Inumidite il preparato con il rum (non troppo, in modo che si possano formare delle palline).
Passate le palline nel cacao amaro in polvere.
Ogni pallina verrà adagiata in un appposito pirottino di carta (come si chiamano quei cosi dove si mettono i pasticcini? io li chiamo pirottini...).
Prendete quelli di vari colori, non bianchi.Faranno un effettone!
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RICETTE
lunedì 26 ottobre 2009
la mia siaddl
precious moments, l'aveva scritto il caluccio qualche anno fa e l'ha
scritto anche il padre del bimbo a cui eddie ha regalato il plettro.
e io lo so quali possono essere i miei momenti preziosi e perfetti. quando sono ai concerti. quando sono in viaggio. quando passo del tempo con mio figlio. quando sto con i miei amici.
ne consegue che in un periodo un po' del cazzo mi è partita la brocca e ho deciso che dovevo partire, tentando la tripletta viaggio, figlio, concerti.
pregando che nessuna delle mie variabili impazzite impazzisca definitivamente prima della partenza.
je la faccio anche stavolta. parto.
prima tappa philadelphia, della quale non vi dico nulla, se non che naturalmente siamo stati sulla scalinata di rocky, come ogni turista che si rispetti...(aggiungo che c'era molta piu' gente sulla scalinata di rocky che alla campana della libertà. forse vuol dire qualcosa, forsanche no...)
seconda tappa: siaddl.
LA CITTA'
arrivo in un pomeriggio di splendido sole, dall'aereo si vede la baia, lo skyline, il mount rainer innevato e boschi a perdita d'occhio. c'è una luce sfavillante e già al primo sguardo so che di questa città mi innamorerò.
ammetto di aver avuto fortuna, perchè in 6 giorni c'è stata pioggia (poca) solo il primo, gli altri 5 con sole smagliante, temperature estive, limpide viste da togliere il fiato.
vorrei fare moltissimi pellegrinaggi ma sono con mio figlio che pur essendo nu bravo guaglione NON è un jammer e mi sfotterebbe a fischio per tutta la vita se passassi il tempo a cercare tracce del passaggio dei nostri. perciò quando vedo un cartello stradale che indica la benaroya hall faccio l'indifferente e gli faccio "che dici, passiamo di qua?" col tono piu' scojonato che mi riesce di trovare. ma quando ci sono davanti, alla benaroya, il mio cuoricino prima perde colpi, poi esulta e LA FOTO!! VOGLIO UNA FOTO QUA DAVANTI!!! questo col tono piu' imperativo delle mie corde... la scritta che c'è sul muro "So long as the human spirit thrives on this planet, music in some living form will accompany and sustain it and give it expressive meaning" mi commuove pure, a dire il vero, poichè è la perfetta sintesi di ciò che la musica rappresenta per la vita mia e di tanti altri. me la guardo, la benaroya, e mi sembra impossibile essere qua davanti, e mi sembra impossibile che ESISTA davvero e non sia uno di quei luoghi immaginari e meravigliosi partoriti dalla mia mente malata mentre usura con troppi ascolti un certo qual cd. e invece c'è, e io sono qui...
questa sensazione di incredulità mi accompagnerà nei giorni a venire. mentre visito il pike place market, coloratissimo, divertentissimo, mentre guardo i salmoni, i tonni, i granchi giganti esposti sui banchi, i mazzi di fiori, dalie, girasoli, gigli, le grida dei venditori che si tirano i pesci e fanno teatro davanti agli avventori; mentre in barca attraverso la baia sfolgorante e guardo lo skyline, lo space needle, le barchette, il seattle center; in certe sere di tramonti omicidi, col cielo rosa e una liquida luce celeste turchese, con l'acqua solcata da vele e nella testa le note di bye bye blackbird; in una spiaggia solitaria in cui ci siamo solo io, mio figlio, gabbiani, conchiglie, casette con la bandiera americana, insenature di verde scuro, la sabbia sotto i piedi, il rumore quieto delle onde; mentre passeggiando di colpo mi ritrovo davanti a un muro su cui è disegnata la copertina di backspacer, enorme!! e sull'altro lato del muro c'è scritto just breathe e io in questi giorni sto facendo questo, sto respirando, a pieni polmoni, l'aria e la luce e le mie emozioni. c'è un negozio di dischi, dietro quel muro. e le pareti sono tappezzate di locandine di concerti, mother love bone, green river, pearl jam per ogni dove. e io non so dove guardare, non so cosa fotografare, non me ne andrei mai, sono tentata di chiedere asilo politico al proprietario, posso abitare qui dentro per sempre per favore??? mi faccio una cuccetta da una parte e non dò fastidio, prometto.
le strade dello u-district, il quartiere dell'università, con gli alberi che iniziano il foliage e il palazzo della university of washington, studenti paciosi, la avenue, the ave, piena di negozietti e librerie, e il ponte che porta a downtown che si apre per far passare le barche.
le villette di queen anne, il quartiere in collina da cui in ogni casetta mi aspetto di vedere uscire matt dillon o bridget fonda, giardini curati e pieni di fiori, scuole meravigliose, studenti che fanno ginnastica in prati enormi, ogni professore con una stanza per sè. penso alle nostre, di scuole e mi chiedo se sia solo apparenza, mi chiedo se dietro questa perfezione si nasconda un serial killer, se in questi giardini siano nascosti cadaveri, è possibile che questa bellezza, questa serenità sia tutta reale? me lo domando mentre guardo gli abitanti aggiustare tetti, ridipingere i muri, potare, fare i lavori prima che arrivi l'inverno.
e poi c'è l'easy street record, altro muro metà con la copertina di ten, metà col batterista nello spazio, nel parcheggio un furgoncino. sulla ruota di scorta c'è scritto in grande e in rosso pearl jam. entro, già senza fiato. nel negozio backspacer è ovunque. nel negozio backspacer è primo in classifica.
pieno di gente, pieno di magliette dei pj e altro, pieno di poster, c'è un ragazzo tatuato, aspè aspè, cosa c'è sul suo braccio?? binaural e sto tatuaggio è uguale a uno che avevo visto online mentre cercavo un disegno per il mio, e sull'altro braccio c'è lollapalooza e sulla sua maglia, bellissima, c'è un cerchio e intorno al cerchio c'è scritto eddie, jeff, mike, stone, matt. LA VOGLIO PURE IO!!!!!!! ma sò timida e mi vergogno a chiedere. lo seguo, forse lui penserà che io sia na pazza perchè lo seguo e lo guardo e cerco di sbirciare i suoi tatuaggi.
io credo di essere una persona normale ma in certe occasioni esce il mio alter ego da maniaca, come quando guardo estasiata un cartello che dice semplicemente di dare la precedenza, un semplice cartello stradale, per molti, non per me...
mrs hide esce pure dopo l'acquisto di un collarino per la mia cana (indovinate un po' come si chiama? ahò...) guardo la targhetta e con tono intimidatorio dico a mio figlio NON BUTTARLA!! perchè sopra c'è scritto...corduroy..si vabbè velluto a coste. per molti. non per me.
altri scorci: gente che suona davanti al primo starbucks del mondo, giocolieri, rappresentazioni tra il teatro e la danza, in mezzo alla strada. skateboard, dappertutto.
gabbiani che magnano le patate fritte, tutti in ordinata fila sul molo di fianco ad un ristorante, pinkie, la foca dell'acquario, che ha negli occhi una dolcezza extraterrena, nemo e il papà.
alla fine non so se lo immagino io, perchè è il mio stato d'animo di questi giorni, ma questa città è pervasa da un'aria di serenità, di "lentezza" nel senso piu' elevato del termine, la vita vissuta nella pienezza degli attimi, tranquilla, gioiosa. nessuno corre, nessuno è frenetico, c'è gentilezza e apertura, c'è ingenuità. io l'ho percepita così, come ci fossero solo occhi di bambini, curiosi, svegli, senza malizia nè cattiveria, spalancati su questo mondo.
a pioneer square c'è una statua del capo seattle e le sue parole sulla natura e sul modo di farne parte con rispetto, senza distruggerla, sugli alberi e sugli animali, mi pare che questa città le abbia fatte parte di sè. ma forse è solo l'impressione di una turista entusiasta.
I CONCERTI
sto in vacanza, cammino, mi vedo un sacco di bei posti, magno un bel po' di schifezze, cosa voglio di piu' dalla vita?
un concerto, per esempio. e difatti è il 21. io e la creatura siamo in giro. si fa l'1, si fanno le 2 e io inizio a scalpitare. cerco di non darlo a vedere, guardo l'ora, fibrillo.
allora tento la sorte e provo l'avvicinamento al seattle center, adducendo la scusa della visita allo space needle. ma mi fijo me conosce e non si fa ingannare neppure per un momento. vogliamo andare a prendere i biglietti mà? mi dice rassegnato. è nu bravo guaglione, ve l'avevo detto...
e così andiamo. il seattle center è qualcosa di bello, c'è il museo della musica, in un edificio disegnato da gehry, c'è per l'appunto, lo space needle, ci sono il museo della scienza e l'international fountain, il tutto circondato dal verde, e c'è, attenzione, la key arena. vedo la chiave rossa e mi esalto.
allo sportello del ten club c'è un po' di fila, nella fila anche il bee boy australiano avvistato nel mini tour europeo.
prendo i biglietti, 3 fila. per un attimo il cuore smette di battere. 3 fila???? poi realizzo che è si terza fila, ma non parterre, gradinata, e i battiti ricominciano, un po' delusa ma manco troppo. abbiamo i biglietti e sono circa le 3,30. vabbè ora che famo? perdiamo tempo, gironzolando per i dintorni. vedendo i buddisti che invitano alla meditazione e alla pace, tutti seduti sul prato a gambe incrociate e occhi chiusi, tanta gente si unisce e mormora l'om.
ci sdraiamo vicino all'international fountain, bellissima, una fontana da cui esce musica oltre che acqua, bambini che si fanno il bagno dentro, c'è il sole, ah, la pace dei sensi è forse questa.
come niente si fanno le 6,30. ci alziamo e vediamo una fila. io come vedo una fila vengo colta dalla pericolosa e perniciosa sindrome fila, così chiedo "per cosa è questa fila?" per il merchandising, mi viene risposto. ambè e io che sò finta?? purìo me metto in fila, naturalmente.
e arrivata al mio turno compro un po' tutto il mondo, che ciò da fà i compiti per l'amici, mica cavoli.
mi vengono consegnate senza busta, così vado in giro tipo vucumprà, con paccocciate di maglie in mano, nonchè il tubo del poster (ti pare che non prendo il poster??), alla ricerca del mio posto.
bei posti (tipo londra), ottima visione del palco, arena semivuota eppure sta per iniziare ben harper mica gigi d'alessio. e del resto stiamo all'ammereca.
il set di ben harper mi piace ma non mi entusiasma. dopo 2-3 canzoni per quanto mi piaccia mi pare un po' sempre la stessa zuppa. (mi scusino i fans di ben!)
e poi aspetto che scendano le onde e invece appare la tastiera illuminata e io mi guardo intorno e un minuto fa era vuota e un minuto dopo, incredibilmente l'arena è stracolma, in ogni ordine di posto. ed eccoli, eccoli!! la mia preoccupazione che i vicini di banco vogliano stare seduti svanisce in un attimo, tutti, ma proprio tutti sono in piedi...
andiamo a incominciare, con long road e via andare con corduroy, gonna see my friend, got some, hail hail, amongst the waves e ammè i pezzi di backspacer già mi piacevano in disco, dal vivo mi emozionano debbrutto...che dire? che in questi momenti, perdonatemi la bestemmia, vorrei avere vicino oltre a mio figlio anche qualcuno che provi esattamente ciò che provo io, che capisca l'emozione, l'esaltazione, che all'attacco di off he goes quando io grido per l'appunto "OFF HE GOESSSSSSSSSSSSSS" non mi guardi con l'occhio incredulo della creatura che sembra dire si vabbè, e quindi?? e allora gli spiego che questa è la prima canzone che ho ascoltato dei peggèm, e dopo mi sono persa e devo ancora tornare...
eddie che chiede a qualcuno di consegnare il suo plettro al bimborillo in platea, quanti anni hai chiede, 7? 8? magari ne hai 14... e ride...
just breathe coi fiati (e matt che va a dare un bacio alla moglie) io la trovo stupenda. eddie che dice ieri, 20, era tanto contento perchè? per l'uscita del disco, naturalmente. inside job (io la amo, sta canzone), rvm, potentissima e il pubblico è in delirio e io chevelodicoaffà, in visibilio.
2 encore con betterman iniziata da tutta l'arena in coro, real me con quartetto locale , indifference, eddie dice che è bello vedere intorno tanti visi di amici e per finire alive. andate in pace, che domani ne famo n'altro e io ci sarò, ah se ci sarò...
l'indomani, 22, la giornata la passiamo in giro, chè tanto stavolta purtroppo niente biglietti ten clubbe, staremo in braccio a san pietro e perciò se vedemio siaddl.
quindi prima di entrare andiamo a magnà, se famo il santo birrozzo e con calma entriamo alla maniera degli indigeni. prendiamo posto in paradiso, però ci si contenta, il palco si vede bene anche se dall'alto, eddai. ci sediamo e i nostri vicini si presentano, ciao io sono kevin, io sono gabriel, machedavero qua ci si presenta? io sono stefania, vengo dall'italia. DALL'ITALIA???? sono emozionati loro per me e io per me, inutile dirlo...
si inizia con sometimes, e io l'adoro e io mi ci sento dentro a questo pezzo. bene, dai primi brani già capisco che questo concerto sarà ancora piu' bello del precedente e dissident e faithfull (come non esserlo, quando nella vita ti può capitare di ascoltare la band che ami nella loro città??) e lukin, tutti ma proprio tutti impazziti e not 4 u e poi tra i vapori della mia felicità mi arriva la voce di eddie che mi pare dica no way no fucking way.... NO WAY??????????? NO WAY???????????????????????????????? e io mando un urlo come un maialino prima di andare al macello (la creatura mi guarda esterrefatta...) e io me l'ero scordata quasi no way e quanto cazzo è meravigliosa dal vivo???? la chitarra di stone è STU PEN DA e a sto punto posso morire felice. ma invece resisto e ne vale la pena perchè fanno insignificance e present tense. a un certo punto eddie dice che è talmente stupido che non si possa bere nè fumare nell'arena (lui tanto fa sia l'una che l'altra cosa, al solito) "ma come si può??" (è vero, non permettono alcolici, ci sono pure alcuni personaggi con una pettorina che dice controllori dell'alcol!!) e invita tutti a gridare in coro "one fucking beer!!!" e tutti, ovviamente, sono d'accordo e gridano...poi go e black, eddie ci fa cantare la strofa finale why whyyyyyyyyyyyyyy, giurerei che tutti siano in paradiso e invece mi volto e alla mia destra c'è una tipa che sta dormendo!! ommioddio, dorme davvero! ma dico vi pare mai possibile?? mavvaffanculova, e difatti dopo un po' se ne va davvero, in quel posto là, vai, che non li meriti. e poi spin che ci fomenta alla grande, dedicata da ed all'easy street record (le fotine, ve le ho mandate, è davvero un bellissimo, meraviglioso negozio!!) e supersonic che al terzo ascolto dal vivo inizia a prendermi e porch e poi eddie dice che domani, 23 settembre, è il compleanno della sua bambina e di....udite udite....bruuuuuuuuuuceeeee!!!!!! tutto il pubblico inizia il coro brus brus brus brus e ammè, chevelodicoaffà, viene da piagne. a bruce viene dedicata real me, spettacolo. poi yellow ledbetter (caluccio, dove sei??) e per finire assolo fantastico di mike, star spangled banner e mentre il pubblico emozionatissimo sta quasi sull'attenti io me li guardo, mike suona ispirato, stone e jeff se la chiacchierano e sembrano contentissimi, bum sta da una parte e muove il crinierone a tempo, matt si unisce ai primi due e poi arriva eddie e quando mike finisce tutti e 6 vengono là davanti, abbracciati e il tempo si ferma per me, loro ci guardano, noi li guardiamo e li ringraziamo, ma troppo troppo, di esistere e di regalarci la loro musica.
mi chiedo quando li rivedrò. non sarà tra molto tempo.
noi li aspettiamo.
e io lo so quali possono essere i miei momenti preziosi e perfetti. quando sono ai concerti. quando sono in viaggio. quando passo del tempo con mio figlio. quando sto con i miei amici.
ne consegue che in un periodo un po' del cazzo mi è partita la brocca e ho deciso che dovevo partire, tentando la tripletta viaggio, figlio, concerti.
pregando che nessuna delle mie variabili impazzite impazzisca definitivamente prima della partenza.
je la faccio anche stavolta. parto.
prima tappa philadelphia, della quale non vi dico nulla, se non che naturalmente siamo stati sulla scalinata di rocky, come ogni turista che si rispetti...(aggiungo che c'era molta piu' gente sulla scalinata di rocky che alla campana della libertà. forse vuol dire qualcosa, forsanche no...)
seconda tappa: siaddl.
LA CITTA'
arrivo in un pomeriggio di splendido sole, dall'aereo si vede la baia, lo skyline, il mount rainer innevato e boschi a perdita d'occhio. c'è una luce sfavillante e già al primo sguardo so che di questa città mi innamorerò.
ammetto di aver avuto fortuna, perchè in 6 giorni c'è stata pioggia (poca) solo il primo, gli altri 5 con sole smagliante, temperature estive, limpide viste da togliere il fiato.
vorrei fare moltissimi pellegrinaggi ma sono con mio figlio che pur essendo nu bravo guaglione NON è un jammer e mi sfotterebbe a fischio per tutta la vita se passassi il tempo a cercare tracce del passaggio dei nostri. perciò quando vedo un cartello stradale che indica la benaroya hall faccio l'indifferente e gli faccio "che dici, passiamo di qua?" col tono piu' scojonato che mi riesce di trovare. ma quando ci sono davanti, alla benaroya, il mio cuoricino prima perde colpi, poi esulta e LA FOTO!! VOGLIO UNA FOTO QUA DAVANTI!!! questo col tono piu' imperativo delle mie corde... la scritta che c'è sul muro "So long as the human spirit thrives on this planet, music in some living form will accompany and sustain it and give it expressive meaning" mi commuove pure, a dire il vero, poichè è la perfetta sintesi di ciò che la musica rappresenta per la vita mia e di tanti altri. me la guardo, la benaroya, e mi sembra impossibile essere qua davanti, e mi sembra impossibile che ESISTA davvero e non sia uno di quei luoghi immaginari e meravigliosi partoriti dalla mia mente malata mentre usura con troppi ascolti un certo qual cd. e invece c'è, e io sono qui...
questa sensazione di incredulità mi accompagnerà nei giorni a venire. mentre visito il pike place market, coloratissimo, divertentissimo, mentre guardo i salmoni, i tonni, i granchi giganti esposti sui banchi, i mazzi di fiori, dalie, girasoli, gigli, le grida dei venditori che si tirano i pesci e fanno teatro davanti agli avventori; mentre in barca attraverso la baia sfolgorante e guardo lo skyline, lo space needle, le barchette, il seattle center; in certe sere di tramonti omicidi, col cielo rosa e una liquida luce celeste turchese, con l'acqua solcata da vele e nella testa le note di bye bye blackbird; in una spiaggia solitaria in cui ci siamo solo io, mio figlio, gabbiani, conchiglie, casette con la bandiera americana, insenature di verde scuro, la sabbia sotto i piedi, il rumore quieto delle onde; mentre passeggiando di colpo mi ritrovo davanti a un muro su cui è disegnata la copertina di backspacer, enorme!! e sull'altro lato del muro c'è scritto just breathe e io in questi giorni sto facendo questo, sto respirando, a pieni polmoni, l'aria e la luce e le mie emozioni. c'è un negozio di dischi, dietro quel muro. e le pareti sono tappezzate di locandine di concerti, mother love bone, green river, pearl jam per ogni dove. e io non so dove guardare, non so cosa fotografare, non me ne andrei mai, sono tentata di chiedere asilo politico al proprietario, posso abitare qui dentro per sempre per favore??? mi faccio una cuccetta da una parte e non dò fastidio, prometto.
le strade dello u-district, il quartiere dell'università, con gli alberi che iniziano il foliage e il palazzo della university of washington, studenti paciosi, la avenue, the ave, piena di negozietti e librerie, e il ponte che porta a downtown che si apre per far passare le barche.
le villette di queen anne, il quartiere in collina da cui in ogni casetta mi aspetto di vedere uscire matt dillon o bridget fonda, giardini curati e pieni di fiori, scuole meravigliose, studenti che fanno ginnastica in prati enormi, ogni professore con una stanza per sè. penso alle nostre, di scuole e mi chiedo se sia solo apparenza, mi chiedo se dietro questa perfezione si nasconda un serial killer, se in questi giardini siano nascosti cadaveri, è possibile che questa bellezza, questa serenità sia tutta reale? me lo domando mentre guardo gli abitanti aggiustare tetti, ridipingere i muri, potare, fare i lavori prima che arrivi l'inverno.
e poi c'è l'easy street record, altro muro metà con la copertina di ten, metà col batterista nello spazio, nel parcheggio un furgoncino. sulla ruota di scorta c'è scritto in grande e in rosso pearl jam. entro, già senza fiato. nel negozio backspacer è ovunque. nel negozio backspacer è primo in classifica.
pieno di gente, pieno di magliette dei pj e altro, pieno di poster, c'è un ragazzo tatuato, aspè aspè, cosa c'è sul suo braccio?? binaural e sto tatuaggio è uguale a uno che avevo visto online mentre cercavo un disegno per il mio, e sull'altro braccio c'è lollapalooza e sulla sua maglia, bellissima, c'è un cerchio e intorno al cerchio c'è scritto eddie, jeff, mike, stone, matt. LA VOGLIO PURE IO!!!!!!! ma sò timida e mi vergogno a chiedere. lo seguo, forse lui penserà che io sia na pazza perchè lo seguo e lo guardo e cerco di sbirciare i suoi tatuaggi.
io credo di essere una persona normale ma in certe occasioni esce il mio alter ego da maniaca, come quando guardo estasiata un cartello che dice semplicemente di dare la precedenza, un semplice cartello stradale, per molti, non per me...
mrs hide esce pure dopo l'acquisto di un collarino per la mia cana (indovinate un po' come si chiama? ahò...) guardo la targhetta e con tono intimidatorio dico a mio figlio NON BUTTARLA!! perchè sopra c'è scritto...corduroy..si vabbè velluto a coste. per molti. non per me.
altri scorci: gente che suona davanti al primo starbucks del mondo, giocolieri, rappresentazioni tra il teatro e la danza, in mezzo alla strada. skateboard, dappertutto.
gabbiani che magnano le patate fritte, tutti in ordinata fila sul molo di fianco ad un ristorante, pinkie, la foca dell'acquario, che ha negli occhi una dolcezza extraterrena, nemo e il papà.
alla fine non so se lo immagino io, perchè è il mio stato d'animo di questi giorni, ma questa città è pervasa da un'aria di serenità, di "lentezza" nel senso piu' elevato del termine, la vita vissuta nella pienezza degli attimi, tranquilla, gioiosa. nessuno corre, nessuno è frenetico, c'è gentilezza e apertura, c'è ingenuità. io l'ho percepita così, come ci fossero solo occhi di bambini, curiosi, svegli, senza malizia nè cattiveria, spalancati su questo mondo.
a pioneer square c'è una statua del capo seattle e le sue parole sulla natura e sul modo di farne parte con rispetto, senza distruggerla, sugli alberi e sugli animali, mi pare che questa città le abbia fatte parte di sè. ma forse è solo l'impressione di una turista entusiasta.
I CONCERTI
sto in vacanza, cammino, mi vedo un sacco di bei posti, magno un bel po' di schifezze, cosa voglio di piu' dalla vita?
un concerto, per esempio. e difatti è il 21. io e la creatura siamo in giro. si fa l'1, si fanno le 2 e io inizio a scalpitare. cerco di non darlo a vedere, guardo l'ora, fibrillo.
allora tento la sorte e provo l'avvicinamento al seattle center, adducendo la scusa della visita allo space needle. ma mi fijo me conosce e non si fa ingannare neppure per un momento. vogliamo andare a prendere i biglietti mà? mi dice rassegnato. è nu bravo guaglione, ve l'avevo detto...
e così andiamo. il seattle center è qualcosa di bello, c'è il museo della musica, in un edificio disegnato da gehry, c'è per l'appunto, lo space needle, ci sono il museo della scienza e l'international fountain, il tutto circondato dal verde, e c'è, attenzione, la key arena. vedo la chiave rossa e mi esalto.
allo sportello del ten club c'è un po' di fila, nella fila anche il bee boy australiano avvistato nel mini tour europeo.
prendo i biglietti, 3 fila. per un attimo il cuore smette di battere. 3 fila???? poi realizzo che è si terza fila, ma non parterre, gradinata, e i battiti ricominciano, un po' delusa ma manco troppo. abbiamo i biglietti e sono circa le 3,30. vabbè ora che famo? perdiamo tempo, gironzolando per i dintorni. vedendo i buddisti che invitano alla meditazione e alla pace, tutti seduti sul prato a gambe incrociate e occhi chiusi, tanta gente si unisce e mormora l'om.
ci sdraiamo vicino all'international fountain, bellissima, una fontana da cui esce musica oltre che acqua, bambini che si fanno il bagno dentro, c'è il sole, ah, la pace dei sensi è forse questa.
come niente si fanno le 6,30. ci alziamo e vediamo una fila. io come vedo una fila vengo colta dalla pericolosa e perniciosa sindrome fila, così chiedo "per cosa è questa fila?" per il merchandising, mi viene risposto. ambè e io che sò finta?? purìo me metto in fila, naturalmente.
e arrivata al mio turno compro un po' tutto il mondo, che ciò da fà i compiti per l'amici, mica cavoli.
mi vengono consegnate senza busta, così vado in giro tipo vucumprà, con paccocciate di maglie in mano, nonchè il tubo del poster (ti pare che non prendo il poster??), alla ricerca del mio posto.
bei posti (tipo londra), ottima visione del palco, arena semivuota eppure sta per iniziare ben harper mica gigi d'alessio. e del resto stiamo all'ammereca.
il set di ben harper mi piace ma non mi entusiasma. dopo 2-3 canzoni per quanto mi piaccia mi pare un po' sempre la stessa zuppa. (mi scusino i fans di ben!)
e poi aspetto che scendano le onde e invece appare la tastiera illuminata e io mi guardo intorno e un minuto fa era vuota e un minuto dopo, incredibilmente l'arena è stracolma, in ogni ordine di posto. ed eccoli, eccoli!! la mia preoccupazione che i vicini di banco vogliano stare seduti svanisce in un attimo, tutti, ma proprio tutti sono in piedi...
andiamo a incominciare, con long road e via andare con corduroy, gonna see my friend, got some, hail hail, amongst the waves e ammè i pezzi di backspacer già mi piacevano in disco, dal vivo mi emozionano debbrutto...che dire? che in questi momenti, perdonatemi la bestemmia, vorrei avere vicino oltre a mio figlio anche qualcuno che provi esattamente ciò che provo io, che capisca l'emozione, l'esaltazione, che all'attacco di off he goes quando io grido per l'appunto "OFF HE GOESSSSSSSSSSSSSS" non mi guardi con l'occhio incredulo della creatura che sembra dire si vabbè, e quindi?? e allora gli spiego che questa è la prima canzone che ho ascoltato dei peggèm, e dopo mi sono persa e devo ancora tornare...
eddie che chiede a qualcuno di consegnare il suo plettro al bimborillo in platea, quanti anni hai chiede, 7? 8? magari ne hai 14... e ride...
just breathe coi fiati (e matt che va a dare un bacio alla moglie) io la trovo stupenda. eddie che dice ieri, 20, era tanto contento perchè? per l'uscita del disco, naturalmente. inside job (io la amo, sta canzone), rvm, potentissima e il pubblico è in delirio e io chevelodicoaffà, in visibilio.
2 encore con betterman iniziata da tutta l'arena in coro, real me con quartetto locale , indifference, eddie dice che è bello vedere intorno tanti visi di amici e per finire alive. andate in pace, che domani ne famo n'altro e io ci sarò, ah se ci sarò...
l'indomani, 22, la giornata la passiamo in giro, chè tanto stavolta purtroppo niente biglietti ten clubbe, staremo in braccio a san pietro e perciò se vedemio siaddl.
quindi prima di entrare andiamo a magnà, se famo il santo birrozzo e con calma entriamo alla maniera degli indigeni. prendiamo posto in paradiso, però ci si contenta, il palco si vede bene anche se dall'alto, eddai. ci sediamo e i nostri vicini si presentano, ciao io sono kevin, io sono gabriel, machedavero qua ci si presenta? io sono stefania, vengo dall'italia. DALL'ITALIA???? sono emozionati loro per me e io per me, inutile dirlo...
si inizia con sometimes, e io l'adoro e io mi ci sento dentro a questo pezzo. bene, dai primi brani già capisco che questo concerto sarà ancora piu' bello del precedente e dissident e faithfull (come non esserlo, quando nella vita ti può capitare di ascoltare la band che ami nella loro città??) e lukin, tutti ma proprio tutti impazziti e not 4 u e poi tra i vapori della mia felicità mi arriva la voce di eddie che mi pare dica no way no fucking way.... NO WAY??????????? NO WAY???????????????????????????????? e io mando un urlo come un maialino prima di andare al macello (la creatura mi guarda esterrefatta...) e io me l'ero scordata quasi no way e quanto cazzo è meravigliosa dal vivo???? la chitarra di stone è STU PEN DA e a sto punto posso morire felice. ma invece resisto e ne vale la pena perchè fanno insignificance e present tense. a un certo punto eddie dice che è talmente stupido che non si possa bere nè fumare nell'arena (lui tanto fa sia l'una che l'altra cosa, al solito) "ma come si può??" (è vero, non permettono alcolici, ci sono pure alcuni personaggi con una pettorina che dice controllori dell'alcol!!) e invita tutti a gridare in coro "one fucking beer!!!" e tutti, ovviamente, sono d'accordo e gridano...poi go e black, eddie ci fa cantare la strofa finale why whyyyyyyyyyyyyyy, giurerei che tutti siano in paradiso e invece mi volto e alla mia destra c'è una tipa che sta dormendo!! ommioddio, dorme davvero! ma dico vi pare mai possibile?? mavvaffanculova, e difatti dopo un po' se ne va davvero, in quel posto là, vai, che non li meriti. e poi spin che ci fomenta alla grande, dedicata da ed all'easy street record (le fotine, ve le ho mandate, è davvero un bellissimo, meraviglioso negozio!!) e supersonic che al terzo ascolto dal vivo inizia a prendermi e porch e poi eddie dice che domani, 23 settembre, è il compleanno della sua bambina e di....udite udite....bruuuuuuuuuuceeeee!!!!!! tutto il pubblico inizia il coro brus brus brus brus e ammè, chevelodicoaffà, viene da piagne. a bruce viene dedicata real me, spettacolo. poi yellow ledbetter (caluccio, dove sei??) e per finire assolo fantastico di mike, star spangled banner e mentre il pubblico emozionatissimo sta quasi sull'attenti io me li guardo, mike suona ispirato, stone e jeff se la chiacchierano e sembrano contentissimi, bum sta da una parte e muove il crinierone a tempo, matt si unisce ai primi due e poi arriva eddie e quando mike finisce tutti e 6 vengono là davanti, abbracciati e il tempo si ferma per me, loro ci guardano, noi li guardiamo e li ringraziamo, ma troppo troppo, di esistere e di regalarci la loro musica.
mi chiedo quando li rivedrò. non sarà tra molto tempo.
noi li aspettiamo.
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VIAGGI=CONCERTI
sabato 17 ottobre 2009
crostata di pere e pinoli
Pasta frolla
2 uova + 1 tuorlo
180 gr di zucchero
450 gr di farina
180 gr (metà burro e metà olio di semi)
1/2 bustina di lievito
1 pizzico di sale
buccia di limone grattugiata
Ripieno
5 pere
pinoli
Prepari la pasta frolla seguendo il solito procedimento.
La lasci riposare in frigo per un'oretta.
Poi prepari le pere a fette, le metti in padella con un cucchiaio di zucchero e le fai cuocere per 10'.
Ricopri il fondo del piatto da forno con della pastafrolla (circa 2/3), alzandola un pò sui bordi, metti dentro le pere e i pinoli
(quantità a piacere) e ricopri con un disco di pasta frolla (puoi stenderla con il mattarello, su un foglio di carta forno e poi
capovolgerlo sopra alla crostata).
Bucare la superficie con una forchetta.
Cottura a 160° circa per 35/40 minuti..
2 uova + 1 tuorlo
180 gr di zucchero
450 gr di farina
180 gr (metà burro e metà olio di semi)
1/2 bustina di lievito
1 pizzico di sale
buccia di limone grattugiata
Ripieno
5 pere
pinoli
Prepari la pasta frolla seguendo il solito procedimento.
La lasci riposare in frigo per un'oretta.
Poi prepari le pere a fette, le metti in padella con un cucchiaio di zucchero e le fai cuocere per 10'.
Ricopri il fondo del piatto da forno con della pastafrolla (circa 2/3), alzandola un pò sui bordi, metti dentro le pere e i pinoli
(quantità a piacere) e ricopri con un disco di pasta frolla (puoi stenderla con il mattarello, su un foglio di carta forno e poi
capovolgerlo sopra alla crostata).
Bucare la superficie con una forchetta.
Cottura a 160° circa per 35/40 minuti..
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RICETTE
sabato 10 ottobre 2009
giovedì 24 settembre 2009
crostata con ripieno di ricotta e nutella
Per la pasta frolla la ricetta è sempre la stessa, per cui non la ripeto.
Ripieno:
3 hg di ricotta di muuuuhh! mucca (che è più leggera),
250 gr di nutella
granella di nocciole (se non vi pace potete anche non metterla)
buccia di limone grattugiata
1 cucchiaio di mistrà
Mescolate bene tutto e spalmate sulla pasta frolla, decorare con le solite striscioline di pasta frolla, e infornate.
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RICETTE
martedì 22 settembre 2009
venerdì 21 agosto 2009
manchester-londra
dopo
giro per berlino con un caldo strepitoso (ma niente a che vedere col
caldo che fa ora qua, ziocane...), namo che ci aspetta un altro aereo,
che vogliamo mica esse troppo sedentarie. salutiamo fede, che torna
indrio in patria, ed arriviamo a liverpool, john lennon airport, mica
cippe.
comodo
bus che ci sbarca a manchester, comodo albergo vicino alla men arena,
eccoci arrivate, cena con mara e mimmo, conosciuti ieri e tanto carucci,
forza a ninna, che domani c'è altro concertone.
mattina
dopo giro per la città che ammè non dispiace affatto (vero angela??),
pranzo in un pub che pare finto tanto è carino e via a prendere i
biglietti.
in
fila, oltre a mara e mimmo, iniziamo a riconoscere un po' le stesse
facce di berlino. c' è il giapponese che invece è australiano col
costumino dell'ape maia e un parruccone nero, c'è la coppia olandese
simpatica e gentile, c'è uno con la maglia del vote 4 change uguale alla
mia (ma come si permette?? volevo l'esclusiva...). entriamo, senza
correre per carità, anche qui grossomodo guadagnamo la 3-4 fila. pare
piu' tranquillo, tutti seduti fino all'arrivo dei gomez. ma pian pianino
il parterre si riempie ed io, per non sapere nè leggere e nè scrivere,
poco dopo l'inizio del set mi defilo e trovo posto in transenna
laterale, protetta da inglesone hooligan bello grosso col quale faccio
du chiacchiere, capendo all'incirca un terzo di ciò che mi dice, ma
sorridendo in continuazione, che fa amichevole e va sempre bene, così,
non per fare la bastarda interessata, ma magari si me se piazza davanti,
posso pure scansarlo dolcemente, che tanto ormai abbiamo rotto il
ghiaccio. arrivano i nostri e si va a incominciare. long road, dico, ma è
possibile?? sarà un altro concerto della madonna, penso io.
e
avrò ragione. a parte che a me va bene tutto, dopo aver aspettato per
anni e dico anni, questo momento, sto mica a fare la difficile, voglio
questa, no questa no che dupalle. non scherziamo. io sto esaltata pure
se me rifanno bee girl. ma invece mi fanno in hiding (zioccane!) not 4 u
e present tense, una delle mie fisse, e una rvm DA PAURA. su evolution
penso che qualcuno s'ammazzerà ma al momento sto talmente dopata che non
me ne frega na cippa e ballo e canto e canto e ballo e sto in un bagno
di sudore, co un tasso di adrenalina che manco c'avessi davanti un
serial killer psicopatico, alive con l'arena accesa e tutto il pubblico
che ribadisce che siamo vivi, altrochè!, io la trovo meravigliosa. ma
mica è finito, no no.
perchè
di second encore, sti anfami ce buttano smile (oddioddio, che bella che
è) e black e leash e una real me attesa da angela come il bambinello la
notte di natale. e con cosa chiudono, i bastardoni? con indifference
chiudono, che li possino. li amo.
non
so niente di tecnica, io. non ne capisco proprio, pur ascoltando musica
da sempre. capisco solo le emozioni e la furia e la felicità e non c'è
piu' nulla di brutto intorno a me, non c'è dolore, non c'è sofferenza.
la musica mi ha salvato tante volte e continua a farlo. non capisco la
tecnica, quindi, ma capisco se qualcuno suona bene o no. questi suonano
come se fosse l'ultima cosa che stanno facendo nella vita, ci mettono
tutto, e ambè se sanno suonare...
sto concerto me lo sono goduto piu' di berlino, incredibile a dirsi, ma a berlino ero come in trance, ancora troppo incredula.
all'uscita,
cercando di ricompormi, ritrovo un'euforica angela, mara, mimmo e colpo
di scena marcellino! che non è piu' marcellino, ormai s'è fatto grande,
è marcello, co tutta una banda di italiani tra cui anche jacopo, si va a
magnà il kebab, daje annamo.
la
fauna notturna di manchester vale un discorso a sè, perchè le ragazze
indigene sò davvero pittoresche, con tanto di minigonna d'ordinanza,
cosciotte al vento, tacchi alti e top, noi stiamo con felpe e giacchetti
e loro mezze gnude, mi fanno gran simpatia, e mi sembrano tutte cloni
di bridget jones.
ma poche ciance, ci si saluta e si va sotto le pezze, chè domani s'ha da ripartì.
london calling.
la
ranocchia di angela suona e suona, il che significa che è l'ora di
levarsi, ingozzare 3-4 colesterosissimi dolci inglesi, ingollare il
bibitone e via, a prendere il treno per londra.
sul
treno naturalmente, c'è un bel po' di jammers trasbordanti, mara,
mimmo, sylvia, ron. io provo la breve pennica ma i miei compagni sò
belli svegli e se la chiacchierano, attraversiamo la celeberrima
campagna inglese completa di mucche e cavalli e in men che non si dica
eccoci a londra.
il
tempo di orientarsi nella metro, individuare l'ammiraglio nelson
impalato (il che ci fa intuire che si, siamo davvero a londra), trovare
l'albergo, ricchiappare altra metro ed eccoci alla arena O2. angela me
l'aveva annunciato cosa m'aspettava, ma al solito la realtà supera la
fantasia. l'arena è qualcosa di enoooorme, meraviglioso, ogni tipo di
ristorante, bar, caffè, pista di pattinaggio, museo della musica, oh
signore machedavero? penso al palalottomatica e mi viene da piangere.
nel
frattempo recuperiamo biglietti e fila. vale (LA VALE), è un mito vero
perchè mi trova, tramite complicati intrecci (che lost in confronto è la
favola del lupo e dell'agnello, e io sò agnello) un biglietto 10c
seated....ambè, che qua pure standing ci sarà il massacro e io tengo
famiglia e ho da tornare incolume in patria.
solo
che il mio standing lo cedo ad una pulzella veneta che si mette
ovviamente subito in fila e il mio nuovo tkt seated lo dovrò attendere,
perchè le fanciulle che me lo cedono giungeranno qui non prima delle 18.
sono circa le 15,30.
ora,
io non credo di essere una ansiosa. oddio, magari lo sono ma non
esterno. bè, ste 2 ore e mezza di attesa biglietto, rega, le passo
sopraffatta dal panico. perchè al momento sono qui SENZA ALCUN
BIGLIETTO. non so se rendo. e se le fanciulle arrivano tardi? e se la
metro deraglia? e se cambiano idea e lo danno a qualcun altro? e se un
talebano le assale e le rapisce? e se vengono derubate dei documenti? e
se gli sto antipatica e il biglietto anzichè darlo a me lo buttano nel
tamigi che è qua a 2 passi? ommioddio. faccio l'om, tento il training
autogeno, tento ogni tipo di tecnica rilassante (ma ho partorito da
talmente tanto tempo che chi se ricorda piu'?? miss rossella respira
respira respira!!). STO SENZA BIGLIETTO E SONO LE CINQUE E
TREQQUARTIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII IIII!!!!!!!!!!!!!!!!
ma
era scritto che in questo tour tutto dovesse andare bene perciò mi
arriva il fatidico sms, recupero le fanciulle (claudia, rossella,
elisabetta, sante subito!), recupero IL BIGLIETTO, andiamo a cercare i
posti. che sono fantastici, gradinata lato mike, vista eccellente
sull'intero palco, compagnia simpatica, ora si che posso rilassarmi!
arrivano
i gomez ed io faccio come l'ammericani, dopo la prima canzione mi
accatto un cartoccione di patate fritte, un birrozzo, e mi siedo in pace
col mondo intero.
ma
ecco il momento, si va a incominciare...e si inizia con RELEASE,
machevvelodicoaffà???? che robba che robba, che colpo al cuore. e dopo
tiriamo dentro animal, corduroy, why go. arena impazzita, ai posti
seated ce fosse uno e dico uno soltanto seduto davvero e poi small town e
poi....immortality, mioddio, anche stasera ci vogliono morti, altro che
immortality. e poi rats,light years, insignificance, la nuova canzione
supersonic (che a dire il vero non mi ha particolamente impressionato) e
poi quei tot minuti in cui raggiungo l'estasi assoluta perchè fanno
footsteps e dopo io spero nella mamasan e invece attaccano love reign
o'er me e qua mi emoziono debbrutto perchè ditemi pure che eddie non je
la fa a farla, ditelo, tanto io non vi sento, io mi sento male quando
urla love e quest'urlo mi trapassa l'anima e mi commuovo e sono davvero
tanto, troppo felice.
seguono
evolution e alive e claudia dice noooo, alive nun l'areggo piu' (perchè
claudia li ha visti dal vivo un botto di volte e fa come me con
badlands, noooo ancora badlands, pietà...) e io le dico che è solo il
mio terzo concerto e no, non posso fare a meno di alive e lei sorride e
mi capisce.
betterman,
e crazy mary e pass it around, e la bottiglia passa di mano in mano e
leaving here e porch PORCH!!!!! che io la volevo ascoltare dal vivo e
finalmente eccola, e yellow e io la ballo, la ballo nella mia testa con
l'amico che tiene famiglia e non è qui, ma io ho pensato a lui (e a
fede a manchester e qui) tutto il tempo, ma proprio tutto tutto il
tempo. e prima o poi ci riusciremo a vederci un concerto dei nostri
insieme, vicini vicini, tutti e 3...
è
finita. bello, bellissimo, fantastico. eddie che sale su una cassa e ad
ogni set altrui si accende la siga e beve e spippetta, e mike che si
siede sul bordo palco a suonare e stone che pare tarantolato, e jeff che
ride e zompa e matt che picchia, ah se picchia.
sono i pearl jam e io li amo.
bello, bellissimo tutto. grande tour. je l'ho fatta...
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VIAGGI=CONCERTI
berlino
allora, pare che je l'amo fatta.
cana sistemata, pupi al mare, creatura pure, piante accudite, si parte.
prima tappa berlino. aerioplano, io m'anninno, fede resta aggrappata ai
braccioli tutto il tempo e all'arrivo cià l'artrosi, quel tot di tempo per
capire come cippa fungono i trasporti della crucconia, breve sosta in albergo e
si va allo stadio.
oddioddio, si va allo stadio a recuperare i biglietti...
lo stadio sta dentro un parco, famigliole che fanno il picnic, birrozzi e
wurstelloni per ogni dove, trenino ciuff ciuff con bambini esultanti, si vabbè
ma lo stadio ndo sta?? cammina cammina, ecco il 10c. 2 minuti di fila e c'ho i
biglietti e il braccialetto in mano. io già qua necessiterei di rianimazione, la
stiamo perdendo carica a 100 libera!
ma mi faccio forza, me magno un wurstellone propiziatorio, birrozzo,
individuiamo i bimbi della ml (la VALE, AHO'!!!), se mettemo in fila. la fila si fa dentro un bar
all'aperto, sabbioso, coi tavolini, birre che scorrono a fiumi come nel paese
della cuccagna, accerchiate da slavi, polacchi e gente di lingua indefinibile,
età media forse 30 anni. io inizio ad essere nervosetta. 1: perchè sò anziana;
2: perchè c'è tanta gente, il posto è piccolo, stamo appiccicati, sudati,
assediati da parecchi già allegri alle 4 del pomeriggio, c'ho caldo e mi scappa
il piscione psicologico. e ripeto, sono appena le 4.
alle 5, dopo un tot di gomitate co diverse valchirie cattive, c'ero prima io, no
io sò arrivata da mò, madechè mò ti faccio menare dal mio fidanzato (che
naturalmente è grosso, ah se è grosso, brutto e cattivo!), alle 5 aprono i
cancelli. e di fronte SCALE. ora voi capite che significa dover salire di corsa
le scale e poi ridiscenderle, perchè noi siamo in alto e il palco è basso, io sò
anziana, me fumo l'anima possino ammazzamme e gna posso fare. è precisamente in
momenti come questo che mi sorge spontanea la domanda che poi mi si ripresenterà
ciclicamente nella stessa giornata e nelle altre a venire, ossia: ma ammè,
vegliarda madre di famiglia, che dovrei stà a casa a cucinà il ragù e a taglià
il cocomero ferragostano d'ordinanza, o stravaccata sul divano col ventilatore a
palla a vedè i mondiali d'atletica, ammè precisamente CHI CAZZO ME L'HA FATTO
FA'????????????????
e comunque, nel mentre che mi pongo la questione, corro, salgo le scale, sputo
un polmone, ariscendo le scale, me insabbio nelle sabbie mobili del catino,
corro, e come dio vuole arrivo. oh signore, je l'ho fatta, 4-5 fila, tutti
seduti, fede, angela e un tot di italiani gentili mi circondano, nonchè un
crucco al quale chiedo l'altezza da in piedi e la risposta è 1,93, ziocane,
ritengo utile scansarmi da lui, sia pur gentile... siamo pervenute, lo stadio
pare bello, anche se sta sabbia sotto i piedi m'inquieta non poco, il prato, o
meglio la spiaggia si riempie, siamo ancora seduti. chiacchiere varie, sete,
oddioddio che sete, alla security je rode il chicchero perchè dopo millanta
richieste si degna di allungarci un conetto d'acqua nel quale saranno contenute
forse 10 gocce, e fatevelo bastare! daje, su approdano sul palco i gomez. non mi
dispiacciono assolutamente anche se l'attesa inizia a farsi ansiogena, quando
arrivano i nostri?? a sto punto ho già perso 10 anni di vita, il che significa
che quando uscirò di qui avrò l'aspetto di benjamin button alla nascita, ma daje
daje ECCOLI, arrivano!!!!!!! entrano sul palco e succede il finimondo, nel senso
che tutti coloro che sono dietro di noi, cioè praticamente tutto il prato, cioè
praticamente centinaia di persone, si catapultano sopra di noi, spazio vitale
zero, spinte laterali, pressione che manco l'astronauti sullo shuttle, sto per
morire, ma intanto eccoli, li vedo, c'è eddie, proprio eddie davanti a me che
attacca why go. non ve lo posso dire, rega, non ve lo posso proprio dire, perchè
non so dirlo nemmeno a me stessa, cosa avviene dentro il mio cuoricino in questo
momento. è qualcosa di talmente emozionante che solo chi l'ha provato può
capire. è incredulità, radiosità, gioia allo stato puro, fomento, estasi tipo
santa teresa, energia. sta capitando davvero?? e la risposta è SI! HAIL HAIL THE
LUCKY ONES!!
a the fixer sento che la pressione è esagerata, c'ho il gomito di qualcuno nella
milza, il fianco di qualcun altro sul fegato, il mio braccio destro non so piu'
dove sia, il sinistro è pericolosamente contorto tra membra altrui, costole
premute, sò bassa, i miei occhiali stanno prendendo una strana direzione, li
vedo andare in un luogo che non è il mio naso, no, gna posso fà. mi faccio
estrapolare dalla security che finalmente serve a qualcosa ed eccomi sana e
salva sulla gradinata laterale, in compagnia di due tedeschine già estratte vive
prima di me, che gentili mi chiedono se sono integra. mi tasto e si, sono
integra, sono qui, sono felice.
io dopo i'm mine già vicina alla beatitudine, ma c'è brother e insignificance,
evolution, given to fly, hard to imagine, alive, ANGIE machedavero???? eddie fa
angie, signore pietà, e faithfull e sonic reducer e rockin' e yellow...
un crescendo, un'intensità, un pubblico fuori di testa (ma quanti ragazzi
viaggiavano in diving sul pubblico??? un'onda, una marea...)
eddie fuma e beve, beve, fuma e sputa e tutto è un sogno ma tutto invece è vero.
su yellow io vado in cima in cima, a guardare tutto lo stadio dall'alto, non
posso crederci che mi stia capitando.
concerto finito, recupero le mie compagne quasi incolumi (ma gli occhiali di
angela, mica tanto...), si cammina in mezzo alla moltitudine, si acchiappa la
metro, si raggiunge il letto, namo che domani si parte, destinazione manchester.
prima di svenire un pensiero attraversa nitido e si affaccia allo stato
cosciente: si, ora posso rispondere al domandone di cui sopra. ora so chi cazzo
me l'ha fatto fare...
cana sistemata, pupi al mare, creatura pure, piante accudite, si parte.
prima tappa berlino. aerioplano, io m'anninno, fede resta aggrappata ai
braccioli tutto il tempo e all'arrivo cià l'artrosi, quel tot di tempo per
capire come cippa fungono i trasporti della crucconia, breve sosta in albergo e
si va allo stadio.
oddioddio, si va allo stadio a recuperare i biglietti...
lo stadio sta dentro un parco, famigliole che fanno il picnic, birrozzi e
wurstelloni per ogni dove, trenino ciuff ciuff con bambini esultanti, si vabbè
ma lo stadio ndo sta?? cammina cammina, ecco il 10c. 2 minuti di fila e c'ho i
biglietti e il braccialetto in mano. io già qua necessiterei di rianimazione, la
stiamo perdendo carica a 100 libera!
ma mi faccio forza, me magno un wurstellone propiziatorio, birrozzo,
individuiamo i bimbi della ml (la VALE, AHO'!!!), se mettemo in fila. la fila si fa dentro un bar
all'aperto, sabbioso, coi tavolini, birre che scorrono a fiumi come nel paese
della cuccagna, accerchiate da slavi, polacchi e gente di lingua indefinibile,
età media forse 30 anni. io inizio ad essere nervosetta. 1: perchè sò anziana;
2: perchè c'è tanta gente, il posto è piccolo, stamo appiccicati, sudati,
assediati da parecchi già allegri alle 4 del pomeriggio, c'ho caldo e mi scappa
il piscione psicologico. e ripeto, sono appena le 4.
alle 5, dopo un tot di gomitate co diverse valchirie cattive, c'ero prima io, no
io sò arrivata da mò, madechè mò ti faccio menare dal mio fidanzato (che
naturalmente è grosso, ah se è grosso, brutto e cattivo!), alle 5 aprono i
cancelli. e di fronte SCALE. ora voi capite che significa dover salire di corsa
le scale e poi ridiscenderle, perchè noi siamo in alto e il palco è basso, io sò
anziana, me fumo l'anima possino ammazzamme e gna posso fare. è precisamente in
momenti come questo che mi sorge spontanea la domanda che poi mi si ripresenterà
ciclicamente nella stessa giornata e nelle altre a venire, ossia: ma ammè,
vegliarda madre di famiglia, che dovrei stà a casa a cucinà il ragù e a taglià
il cocomero ferragostano d'ordinanza, o stravaccata sul divano col ventilatore a
palla a vedè i mondiali d'atletica, ammè precisamente CHI CAZZO ME L'HA FATTO
FA'????????????????
e comunque, nel mentre che mi pongo la questione, corro, salgo le scale, sputo
un polmone, ariscendo le scale, me insabbio nelle sabbie mobili del catino,
corro, e come dio vuole arrivo. oh signore, je l'ho fatta, 4-5 fila, tutti
seduti, fede, angela e un tot di italiani gentili mi circondano, nonchè un
crucco al quale chiedo l'altezza da in piedi e la risposta è 1,93, ziocane,
ritengo utile scansarmi da lui, sia pur gentile... siamo pervenute, lo stadio
pare bello, anche se sta sabbia sotto i piedi m'inquieta non poco, il prato, o
meglio la spiaggia si riempie, siamo ancora seduti. chiacchiere varie, sete,
oddioddio che sete, alla security je rode il chicchero perchè dopo millanta
richieste si degna di allungarci un conetto d'acqua nel quale saranno contenute
forse 10 gocce, e fatevelo bastare! daje, su approdano sul palco i gomez. non mi
dispiacciono assolutamente anche se l'attesa inizia a farsi ansiogena, quando
arrivano i nostri?? a sto punto ho già perso 10 anni di vita, il che significa
che quando uscirò di qui avrò l'aspetto di benjamin button alla nascita, ma daje
daje ECCOLI, arrivano!!!!!!! entrano sul palco e succede il finimondo, nel senso
che tutti coloro che sono dietro di noi, cioè praticamente tutto il prato, cioè
praticamente centinaia di persone, si catapultano sopra di noi, spazio vitale
zero, spinte laterali, pressione che manco l'astronauti sullo shuttle, sto per
morire, ma intanto eccoli, li vedo, c'è eddie, proprio eddie davanti a me che
attacca why go. non ve lo posso dire, rega, non ve lo posso proprio dire, perchè
non so dirlo nemmeno a me stessa, cosa avviene dentro il mio cuoricino in questo
momento. è qualcosa di talmente emozionante che solo chi l'ha provato può
capire. è incredulità, radiosità, gioia allo stato puro, fomento, estasi tipo
santa teresa, energia. sta capitando davvero?? e la risposta è SI! HAIL HAIL THE
LUCKY ONES!!
a the fixer sento che la pressione è esagerata, c'ho il gomito di qualcuno nella
milza, il fianco di qualcun altro sul fegato, il mio braccio destro non so piu'
dove sia, il sinistro è pericolosamente contorto tra membra altrui, costole
premute, sò bassa, i miei occhiali stanno prendendo una strana direzione, li
vedo andare in un luogo che non è il mio naso, no, gna posso fà. mi faccio
estrapolare dalla security che finalmente serve a qualcosa ed eccomi sana e
salva sulla gradinata laterale, in compagnia di due tedeschine già estratte vive
prima di me, che gentili mi chiedono se sono integra. mi tasto e si, sono
integra, sono qui, sono felice.
io dopo i'm mine già vicina alla beatitudine, ma c'è brother e insignificance,
evolution, given to fly, hard to imagine, alive, ANGIE machedavero???? eddie fa
angie, signore pietà, e faithfull e sonic reducer e rockin' e yellow...
un crescendo, un'intensità, un pubblico fuori di testa (ma quanti ragazzi
viaggiavano in diving sul pubblico??? un'onda, una marea...)
eddie fuma e beve, beve, fuma e sputa e tutto è un sogno ma tutto invece è vero.
su yellow io vado in cima in cima, a guardare tutto lo stadio dall'alto, non
posso crederci che mi stia capitando.
concerto finito, recupero le mie compagne quasi incolumi (ma gli occhiali di
angela, mica tanto...), si cammina in mezzo alla moltitudine, si acchiappa la
metro, si raggiunge il letto, namo che domani si parte, destinazione manchester.
prima di svenire un pensiero attraversa nitido e si affaccia allo stato
cosciente: si, ora posso rispondere al domandone di cui sopra. ora so chi cazzo
me l'ha fatto fare...
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VIAGGI=CONCERTI
giovedì 25 giugno 2009
notizia è l'anagramma del mio nome
già da un paio di primavere le nostre eroine lo inseguivano invano.
erano state là là per una storica trasferta a latina, l'anno passato, poi circostanze avverse le avevano indotte alla resa.
ma
quest'anno...ambè, quest'anno sia mai ce lo perdiamo! l'appuntamento è
all'olimpico, oh rega, mica cippe, all'olimpico, quello dove non molto
tempo fa UNA squadra vinse la coppa itaglia, quello sovrastato dalla
madonnina, quello dove tra na mesata suonerà un mandriano di
oltreoceano, ma intanto stasera c'è LUI!!!!
arriviamo
allo stadio in perfetto orario, già c'abbiamo pronta la scappatoia nel
caso, molto probabbile, che l'età media delle spettatrici sia inferiore
ad anni 12 "accompagno mia nipote, che i genitori da sola non la
mandano", le comprerei anche il cerchietto completo di due tenerissime
orecchie brillanti di intermittente luce rosa ma sò andate a ruba e nun
ja fo.
tant'è,
entriamo, distinti sud-ovest e un tripudio di luci e colori ci accoglie,
insieme a una folla di squinzie accompagnate da genitrici/fidanzati
(perplessi ma condiscendenti), la curva sud è gonfia, il pit ribolle, il
palco è gigantesco. si montano delle enormi lenzuola bianche, che poi
salgono salgono salgono a formare un sipario che pare una vela, c'è la
luna nuova, si fa buio, sui maxischermi appaiono delle luci che parono
le spade di guerre stellari...
CHE LA FORZA SIA CON NOIIIII e arriva LUI!!!!!!!
di nero vestito, con scarpe da ginnastica, gli occhi lustri che spaziano sul suo pubblico, acclamante, si va a incominciare.
non ci
facciamo mancare niente, ci sono le coriste, due chitarristi (di cui
uno, attenzione, discretamente notevole), il bassista, le tastiere, il
batterista di new york city (mica di acilia, ambè), i ballerini di break
dance. e qui si apre un capitolo, perchè, rega, i ballerini di break sò
uno spettacolo per gli occhi. fanno delle robe ma delle robe che la
metà basta, zompano e arimbalzano che solo le pallette pazze della mia
infanzia, se intorcinano con le gambe intorno a una sedia, tu tieni
d'occhio la croce rossa madechè, dici che se sfragneno? madechè sò no
spettacolo nello spettacolo e LUI balla con loro, ancheggia, hip hoppa,
brekka. lo stadio è in piedi, esultante. tutti cantano (che magari se
riuscisse anche a sentì un po' mejo LUI, visto che amo pagato...). le
squinzie le sanno tutte. e quando dico tutte intendo proprio tutte
tutte, mica come noartri che alle volte ce scordamo pure dei pezzi di
born to run e biascicamo tipo albertone nostro, uats ammerreca. il
repertorio viene snocciolato come un rosario, non manca proprio nulla,
stop dimentica, serenere, rosso relativo, raffaella, indietro, perdono,
fa pure la canzione che ha regalato a giusy e c'è pure il video di
franco battiato che recita con LUI.
la sua voce è
profonda, baritonale. ci ricorda la voce di eddie (perdonaci oh
Signore) ed è forse questo il motivo per cui ci piace tanto. ci tiene
pure a sottolineare che sta attento alle emissioni e che dopo li
concerti pianta l'alberi, è ecologico LUI.
siamo
confuse e felici (cit.), ci dimeniamo e cantiamo. LUI è commosso e in un
tripudio generale chiude, dopo due ore e mezzo di toccante intensità,
con tanto pe cantà. non se ne ha un'idea. pe fà la vita meno amara me sò
comprata na chitara...taaaaanto pe cantà, perchè me sento un friccico
ner core, taaaanto pe sognà perchè ner petto me ce naschi un fioreeeee,
fiore de lillà che mariporti verso er primo amore che sospirava le
canzoni mie e marintontoniva de bucie!!!!!!!!!!!!!!!!
un'onda, un mare, un'esaltazione collettiva.
è finito.
ce ne
andiamo con le squinzie che trillano, i fidanzati stremati dalla prova
ma soddisfatti, je l'hanno fatta, per almeno un par de giorni nun se
litiga, le mamme accompagnatrici nostalgiche che rimembrano i loro primi
concerti, di quando erano piccole sorcine, i papà lievemente isterici
che per recuperare la prole stanno parcheggiati quasi sopra
all'obelisco.
noi 2, stanche ma felici, risentiamo la registrazione e ci commuoviamo un po'. l'anno prox torniamo.
ma prima ci si iscrive al fan club.
che mica solo i pj fanno l'ingresso riservato ai fan...
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VIAGGI=CONCERTI
venerdì 12 giugno 2009
musica
purchè ci sia musica, sempre...
questo è davvero il nostro motto, chè senza questa componente la nostra vita sarebbe infinitamente piu' triste e assolutamente molto molto piu' povera.
e ora proverò a spiegarvi, nell'ottica dell'amore assoluto per entrambi, come vivo la musica di bruce e la e-street e quella dei pj.
bruce è il modo in cui vorrei vivere la mia vita. con gioia, allegria, leggerezza, passione, commozione, divertimento, sempre e comunque. con gli amici al fianco, sempre.
i pj....bè, i pj, scoperti nel mezzo del cammin, sono stati una folgorazione. in principio è stata la voce di eddie, quella voce che mi arriva direttamente allo stomaco e mi tocca delle corde che quasi non sapevo di possedere.
e poi, con una delle poche doti che penso di possedere, la curiosità, mi sono addentrata, ho ascoltato, letto, ascoltato, guardato, ascoltato.
e mi pare di aver capito una cosa, mentre li ascoltavo sul treno che da milano mi riportava a casa.
i pj SONO la mia vita. quello strano miscuglio di rabbia per le ingiustizie sociali, voglia di cambiare, ribellione, quell'impulso a voler fare qualcosa, a muoversi (you can't be neutral on a moving train...) quell'esortazione a voler vivere il presente pur combattendo contro i "past regrets" e realizzando che davvero you are the only one who can forgive yourself, quella sensazione di affondare, alle volte i'm spinning, ma ci metto la rabbia e la forza e mi ritiro su, quell'ostinazione che dopo qualche tortorata mi fa comunque strillare che si i'm still alive, quella partecipazione ai drammi delle singole vite, anche distanti da me, anche diverse dalla mia, quell'estrema dolcezza che alle volte mi appartiene, e quella testardaggine che lotta a modo suo contro la rassegnazione, la banalità, il silenzio, l'arroganza del potere, la prepotenza del potere, quella voglia di purezza e spiritualità, cercata nella natura, got me a big wave, ride me a big wave, got me a big wave, quel realismo arrabbiato e insieme quella voglia di poesia.
quell'urlo che è dentro di me. quell'urlo.
i pj sono me.
Large fingers pushin' paint...
You're God and you got big hands...
The colors blend...
The challenges you give man...
Seek my part...devote myself...
My small self...like a book amongst the many on a shelf...
Sometimes I know sometimes I rise
Sometimes I fall sometimes I don't
Sometimes I cringe sometimes I live
Sometimes I walk sometimes I kneel
Sometimes I speak of nothing at all...
Sometimes I reach to myself, hear God...
qualche volta cerco me stessa, caro Dio.
questo è davvero il nostro motto, chè senza questa componente la nostra vita sarebbe infinitamente piu' triste e assolutamente molto molto piu' povera.
e ora proverò a spiegarvi, nell'ottica dell'amore assoluto per entrambi, come vivo la musica di bruce e la e-street e quella dei pj.
bruce è il modo in cui vorrei vivere la mia vita. con gioia, allegria, leggerezza, passione, commozione, divertimento, sempre e comunque. con gli amici al fianco, sempre.
i pj....bè, i pj, scoperti nel mezzo del cammin, sono stati una folgorazione. in principio è stata la voce di eddie, quella voce che mi arriva direttamente allo stomaco e mi tocca delle corde che quasi non sapevo di possedere.
e poi, con una delle poche doti che penso di possedere, la curiosità, mi sono addentrata, ho ascoltato, letto, ascoltato, guardato, ascoltato.
e mi pare di aver capito una cosa, mentre li ascoltavo sul treno che da milano mi riportava a casa.
i pj SONO la mia vita. quello strano miscuglio di rabbia per le ingiustizie sociali, voglia di cambiare, ribellione, quell'impulso a voler fare qualcosa, a muoversi (you can't be neutral on a moving train...) quell'esortazione a voler vivere il presente pur combattendo contro i "past regrets" e realizzando che davvero you are the only one who can forgive yourself, quella sensazione di affondare, alle volte i'm spinning, ma ci metto la rabbia e la forza e mi ritiro su, quell'ostinazione che dopo qualche tortorata mi fa comunque strillare che si i'm still alive, quella partecipazione ai drammi delle singole vite, anche distanti da me, anche diverse dalla mia, quell'estrema dolcezza che alle volte mi appartiene, e quella testardaggine che lotta a modo suo contro la rassegnazione, la banalità, il silenzio, l'arroganza del potere, la prepotenza del potere, quella voglia di purezza e spiritualità, cercata nella natura, got me a big wave, ride me a big wave, got me a big wave, quel realismo arrabbiato e insieme quella voglia di poesia.
quell'urlo che è dentro di me. quell'urlo.
i pj sono me.
Large fingers pushin' paint...
You're God and you got big hands...
The colors blend...
The challenges you give man...
Seek my part...devote myself...
My small self...like a book amongst the many on a shelf...
Sometimes I know sometimes I rise
Sometimes I fall sometimes I don't
Sometimes I cringe sometimes I live
Sometimes I walk sometimes I kneel
Sometimes I speak of nothing at all...
Sometimes I reach to myself, hear God...
qualche volta cerco me stessa, caro Dio.
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SPROLOQUI IN LIBERTA'
venerdì 10 aprile 2009
semifreddo alla nutella
Servono:
6 tuorli
6 cucchiai di zucchero
400 ml di panna fresca liquida
un bicchiere classico di nutella
Sbattere bene bene i tuorli con 3 cucchiai di
zucchero fino ad ottenere un miscuglio bello cremoso, in un'altra ciotola
montare la panna con gli altri 3 cucchiai di zucchero. Unire la nutella
(anche un pò meno del bicchiere classico di cui sopra) al composto coi
tuorli e amalgamare. Infine incorporare la panna montata col
cucchiaio dal basso verso l'alto. Quando il colore sarà uniforme versate il
composto ottenuto nello stampo da plumcake e mettete nel congelatore per ore
(3 o 4 almeno)...non so quante di preciso ma poi vi regolate. E' un
semifreddo per cui va servito a fette, non troppo duro, e guarnito con
fiocchetti di panna, o spolverato di zucchero a velo, o di cacao
amaro...o altro che vi venga in mente.
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RICETTE
giovedì 12 febbraio 2009
scegliere la mia morte (compatibilmente con ciò che ha deciso il Padreterno)
mi
piacerebbe finire come il suonatore jones - finii con i campi alle ortiche,
finii con un flauto spezzato, e un ridere rauco e ricordi tanti, e nemmeno un
rimpianto -
ma naturalmente no, non posso decidere come e quando morirò. non sarebbe neanche bello, in verità, perchè non ci sarebbe piu' sorpresa e senza sorprese già la vita sarebbe intollerabile, figuriamoci la morte.
non posso decidere se morire oggi stesso o tra cinque, venticinque, trent'anni. se morire di un colpo, di lunga malattia, in un letto d'ospedale, in riva al mare, passeggiando tra i boschi o per le vie di ny.
però su alcune cose VOGLIO decidere io, giacchè, tu guarda te, è di me che sto parlando, non della casalinga di voghera o dell'abitante la casa del grande fratello.
e allora chiariamo le idee ad eventuali capi del governo che vorrebbero decidere la mia morte (oltre che la mia vita...ah però, quel tot di delirio di onnipotenza...) o a folle di credenti che magari, in perfetta buona fede, si piazzerebbero davanti alla clinica coi ceri, un tozzo di pane e qualche litrata di acqua.
1- se mi capita un incidente, o mi viene un ictus o comunque precipito in coma irreversibile o in una situazione in cui non potrò tornare indietro, nel senso di non poter piu' fare almeno alcune delle cose che mi rendono bella la vita (leggere, vedere film, viaggiare, riflettere, divertirmi con mio figlio e con i miei amici, giocare col mio cane, fare l'amore, scrivere, indignarmi, ridere, RIDERE del mondo e di me stessa, dare una mano a qualcun altro, passeggiare, cantare, andare ai concerti, ascoltare la musica, ballare, e tante, tante altre cose ancora) no, non voglio vivere piu'. non nell'incoscienza, non in un altro posto, non come peso per coloro che mi vogliono bene (umberto eco, la repubblica 12/2/2009 "perchè ho il diritto di scegliere la mia morte") non come un corpo abbandonato che non può decidere per sè. non come cervello offuscato con funzioni ancora vitali. se non posso piu' fare le cose sopradescritte (o almeno un bel po' di quelle cose...) no.
staccate la spina, togliete l'ossigeno, levate l'alimentazione, fate quello che vi pare, ma lasciatemi andare.
2- gradirei non soffrire, o almeno non tanto. non sono di quelli, infatti, che pensano che le sofferenze siano regali del Signore. no, non la penso così. sono ancora convinta che il Signore voglia farci stare bene perchè ci ama. pure così stupidi e incoerenti e cattivi e indifferenti, egoisti e crudeli come talvolta siamo. perciò, per cortesia, imbottitemi di antidolorifici e amen.
3- voglio che siano donati i miei organi. quantomeno quelli ancora in buono stato (e qui mi fido del giudizio dei medici, hanno studiato, lo sapranno cosa vale la pena trapiantare e cosa buttare)
4- e poi voglio un funerale allegro, dove si mangia, si ride, si ascolta la MIA musica (mio figlio farà a meno, per una volta, della sua...), si chiacchiera e si pensa a me come ad una persona che ha cercato in vita leggerezza e gioiosità.
tutte queste cose mio figlio e i miei amici già le sanno. però, co sti chiari di luna, meglio metterle per iscritto e firmarle e controfirmarle.
lasciatemi andare dove spero di andare. dai miei zii, tanto amati e ammirati. dai miei cani, Tip, Asia, Stella, che mi sono corse a fianco per alcune parti della strada, da tanti altri a cui ho voluto bene e che spero di rivedere.
ma naturalmente no, non posso decidere come e quando morirò. non sarebbe neanche bello, in verità, perchè non ci sarebbe piu' sorpresa e senza sorprese già la vita sarebbe intollerabile, figuriamoci la morte.
non posso decidere se morire oggi stesso o tra cinque, venticinque, trent'anni. se morire di un colpo, di lunga malattia, in un letto d'ospedale, in riva al mare, passeggiando tra i boschi o per le vie di ny.
però su alcune cose VOGLIO decidere io, giacchè, tu guarda te, è di me che sto parlando, non della casalinga di voghera o dell'abitante la casa del grande fratello.
e allora chiariamo le idee ad eventuali capi del governo che vorrebbero decidere la mia morte (oltre che la mia vita...ah però, quel tot di delirio di onnipotenza...) o a folle di credenti che magari, in perfetta buona fede, si piazzerebbero davanti alla clinica coi ceri, un tozzo di pane e qualche litrata di acqua.
1- se mi capita un incidente, o mi viene un ictus o comunque precipito in coma irreversibile o in una situazione in cui non potrò tornare indietro, nel senso di non poter piu' fare almeno alcune delle cose che mi rendono bella la vita (leggere, vedere film, viaggiare, riflettere, divertirmi con mio figlio e con i miei amici, giocare col mio cane, fare l'amore, scrivere, indignarmi, ridere, RIDERE del mondo e di me stessa, dare una mano a qualcun altro, passeggiare, cantare, andare ai concerti, ascoltare la musica, ballare, e tante, tante altre cose ancora) no, non voglio vivere piu'. non nell'incoscienza, non in un altro posto, non come peso per coloro che mi vogliono bene (umberto eco, la repubblica 12/2/2009 "perchè ho il diritto di scegliere la mia morte") non come un corpo abbandonato che non può decidere per sè. non come cervello offuscato con funzioni ancora vitali. se non posso piu' fare le cose sopradescritte (o almeno un bel po' di quelle cose...) no.
staccate la spina, togliete l'ossigeno, levate l'alimentazione, fate quello che vi pare, ma lasciatemi andare.
2- gradirei non soffrire, o almeno non tanto. non sono di quelli, infatti, che pensano che le sofferenze siano regali del Signore. no, non la penso così. sono ancora convinta che il Signore voglia farci stare bene perchè ci ama. pure così stupidi e incoerenti e cattivi e indifferenti, egoisti e crudeli come talvolta siamo. perciò, per cortesia, imbottitemi di antidolorifici e amen.
3- voglio che siano donati i miei organi. quantomeno quelli ancora in buono stato (e qui mi fido del giudizio dei medici, hanno studiato, lo sapranno cosa vale la pena trapiantare e cosa buttare)
4- e poi voglio un funerale allegro, dove si mangia, si ride, si ascolta la MIA musica (mio figlio farà a meno, per una volta, della sua...), si chiacchiera e si pensa a me come ad una persona che ha cercato in vita leggerezza e gioiosità.
tutte queste cose mio figlio e i miei amici già le sanno. però, co sti chiari di luna, meglio metterle per iscritto e firmarle e controfirmarle.
lasciatemi andare dove spero di andare. dai miei zii, tanto amati e ammirati. dai miei cani, Tip, Asia, Stella, che mi sono corse a fianco per alcune parti della strada, da tanti altri a cui ho voluto bene e che spero di rivedere.
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